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India
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Nuova Delhi. Quando Fire, la storia di due sorellastre che si innamorano, è stato presentato lo scorso anno durante due festival cinematografici in India, scatenò furiose polemiche e la forte reazione delle componenti più conservatrici della società indiana. Dopo avere vinto numerosi riconoscimenti in campo internazionale, dopo essere stato proiettato in vari paesi ed avere superato l’esame del “censor board” indiano, è stato finalmente proiettato nelle sale cinematografiche del paese, in versione integrale in inglese ed in lingua Hindi, tra la soddisfazione della comunità lesbica indiana, che per anni ha condotto un’esistenza silenziosa e clandestina.

Le protagoniste del film sono due sorellastre, intrappolate in uno squallido matrimonio, che si avvicinano per trovare sostegno reciproco, amore e sesso.

Il 2 dicembre un centinaio di attivisti del partito di destra “Shiv Sena” avevano fatto irruzione in due cinema di Bombay, accerchiando i responsabili delle sale cinematografiche e intimandogli di sospendere le proiezioni. Il 3 dicembre invece un gruppo di uomini e donne hanno fatto irruzione in un cinema della capitale indiana lasciandosi andare ad atti di vandalismo, strappando i manifesti, rompendo vetrine e distruggendo il ristorante adiacente al cinema, ma non riuscendo ad entrare nella sala gremita di gente dove si stava proiettando il film. Il partito “Shiv Sena” aveva comunicato in anticipo alla stampa la sua intenzione di impedire la proiezione del film perché le scene lesbiche “sono sgradevoli ed estranee alla cultura indiana”, e il presidente Jaibhagwan Goyalha aveva aggiunto che “il film è un attacco diretto alla civiltà Hindu”.

La polizia ha dichiarato di avere gia arrestato alcune persone e che farà il possibile per impedire altri attacchi, ma molti cinema hanno gia bloccato le proiezioni per il timore di altre manifestazioni di vandalismo.

La regista Deepa Mehta, che aveva dichiarato precedentemente la sua speranza di essere provocativa soprattutto nel proprio paese: “Certe persone sono rimaste scandalizzate, certe innamorate e altre sono rimaste confuse. Credo che non sarà differente in India, o almeno spero di no”, ha condannato le violenze definendole “terrorismo culturale” e ha chiesto la protezione delle autorità indiane, difendendo il diritto del pubblico di vedere il suo lavoro senza paura ed intimidazioni.

(Fonte: BBC, Londra)


Nelle foto: alcune scene del film e deglle violenze

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