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lavoro e omosessualità
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L'articolo che segue si riferisce in particolare alla realta' lavorativa negli Stati Uniti, ma molte delle considerazioni riportate nell'articolo si possono applicare alla realta in Italia, che comunque rimane molto diversa.


Il Dott. Jeffrey Chernin è uno psicologo che opera a Carmel, in California. E' stato consulente della comunita' omosessuale per molti anni e ha scritto un libro rivolto a lesbiche e gay.

Per contattarlo:
Cheson@AOL.com


Per notizie sull'Italia e per trovare un aiuto anche legale in caso di problemi, puoi visitare il sito di Maria Grazia Toniollo:
C.G.I.L

Ufficio Nuovi Diritti

L'ufficio della CGIL contro la discriminazione sul posto di lavoro in base all'orientamento sessuale.

Il posto di lavoro per lesbiche e gay

di Dr. Jeffrey Chernin

Le persone che sono uscite allo scoperto con gli amici e la famiglia potrebbero scegliere per varie ragioni di non fare altrettanto sul posto di lavoro. Ci sono realtà nei posti di lavoro che non rendono sicuro il fatto di svelare il proprio orientamento sessuale, e questo sembra essere un tollerabile, anche se non ottimale, scenario per molti gay e lesbiche.

Sia che uno sia visibile o no, ci sono comunque delle sfide per gay e lesbiche sul posto di lavoro. Uscire allo scoperto può creare nuovi problemi al posto di altri, come avere a che fare con l'ostilità di colleghi o del superiore, dovere decidere se portare il compagno o la compagna alla festa organizzata dai colleghi. Ho sperimentato che molte lesbiche e gay che non sono usciti allo scoperto sul posto di lavoro tendono a comprendere il pedaggio richiesto per la loro salute e serenità.

L’ambiente sul posto di lavoro per lesbiche e gay sta comunque cambiando, e ci sono opzioni diverse, specialmente nel mercato del lavoro odierno, per le persone che si trovino in queste situazioni.
Una delle scelte possibili è quella di dichiarare pubblicamente la propria omosessualità, ma per molte persone questa può essere una strada impraticabile. Per le persone con una sensibilità marcata, venire fuori pubblicamente potrebbe aumentare lo stress nel lungo periodo. In questo caso alcune persone prendono la decisione di rivelare il proprio orientamento sessuale al loro superiore e basta, in modo che, se altre persone ne vengono a conoscenza, si sentono comunque sicuri. Altre persone scelgono di rivelare il proprio orientamento sessuale a pochi e selezionati colleghi oltre che al proprio superiore, e questo gli permette di sviluppare un ambiente supportivo sul posto di lavoro.

Per molti gay e per molte lesbiche alla ricerca di un lavoro, questa tendenza all’apertura può portare ad un dilemma. Una decisione può dovere essere presa, o rivelare il proprio orientamento sessuale durante il colloquio, o aspettare un poco. Ogni decisione ha i suoi pro e contro e dovrebbe essere ponderata sulla base di diversi fattori; se si insiste nel non volere mai nascondere il proprio orientamento sessuale, la risposta è abbastanza chiara. Alcune persone potrebbero non volere lavorare in un ambiente nel quale non si sentano a proprio agio, forzandole a vivere apertamente.
Aspettare per un po’, d’altro lato, dà la possibilità di farsi conoscere, ed una volta che si viene allo scoperto può fare porre delle domande agli altri nel caso siano omofobi. Da un lato potrebbero apprezzare la persona ed il suo lavoro ma dall’altro potrebbero avere pregiudizi verso le persone omosessuali e questo dilemma, un conflitto attitudinale, forza spesso gli eterosessuali ad esaminare i loro pregiudizi. Naturalmente uno non si fa assumere per educare gli eterosessuali dalla mentalità ristretta, ma rapporti di lavoro soddisfacenti sono più possibili con persone che siano disponibili ad riesaminare il loro punto di vista.

L’ambiente sul posto di lavoro sta cambiando anche nei settori più conservatori. Per esempio, EDS, considerata una delle aziende ad alta tecnologia tra le più conservatrici degli Stati Uniti, recentemente ha pubblicato una campagna pubblicitaria per la ricerca del personale sul giornale gay/lesbico “The Advocate” e ha reso estremamente facile venire fuori fino dalla partenza specificando di menzionare di avere visto l’annuncio su quel giornale!

Mentre sta diventando più facile per lesbiche e gay essere aperti su sé stessi nelle grandi aziende, cosa succede nelle piccole? Le risposte alle domande sul ‘coming out’ possono non essere così chiare e i vantaggi e i problemi dell’uscire allo scoperto possono essere amplificati in una piccola azienda.
A prescindere dal fatto che lavori per una piccola o una grande azienda, forse potresti usare “l’indice della miseria” per determinare se valga la pena di uscire allo scoperto sul posto di lavoro: Hai il terrore di andare a lavorare perché devi nascondere il tuo orientamento sessuale? Ti irritano i colleghi e le colleghe che parlano apertamente di avere passato il fine settimana coi loro partner mentre tu devi mentire su con chi eri o dove sei andato? Ti stai consumando nel decidere se sia il caso di prendere la decisione o no? Se è così potrebbe essere tempo di prendere quella decisione, incluso l’uscire allo scoperto con un ristretto numero di persone, farlo pubblicamente sistemando una foto del/la partner sulla tua scrivania o portandolo/a a qualche ricevimento, o appiccicare un adesivo arcobaleno sulla macchina o, semplicemente, dicendolo agli altri. Cercare un posto di lavoro in un ambiente gay/lesbico può essere un’altra possibilità.

Ci sono un numero in crescita di libri e pubblicazioni con liste di aziende che hanno un atteggiamento amichevole verso gli omosessuali e che offrono i benefici di coppia anche ai propri dipendenti omosessuali. Un libro si intitola "Out in the WorkPlace: The Pleasures and Perils of Coming out on the Job" di R. Rasi e L. Rodriguez-Nogues.

E alla fine chiediti: Vale la pena sacrificare la mia salute e la mia qualità della vita per un lavoro nel quale mi sento infelice?


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