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La tradizione antica amava riconoscere il viso di Seneca in immagini "ascetiche" e segnate dalle privazioni, ma l'unico ritratto sicuro (ne riporta il nome) è quello dell'erma, conservata a Berlino, che ce lo mostra grassoccio e un po frufrù. Che Dione Cassio avesse ragione?

Seneca
(Lucio Anneo Seneca il giovane)
(ca. 4 a.C. - 65 d.C.)

Uomo politico, scrittore e filosofo romano.

Nato in Spagna, studiò a Roma, dove iniziò la carriera politica verso il 31 d.C.. Nel 41 fu però implicato in un processo per adulterio che coinvolgeva la famiglia imperiale, e fu deportato in Corsica, ove rimase fino al 49.

Ritornato a Roma nel 49 gli fu affidata l'educazione del principe Lucio Domizio Enobarbo, il futuro Nerone. Quando costui divenne imperatore nel 54, il potere di Seneca s'accrebbe ed egli ricoprì varie cariche pubbliche. La situazione cambiò però dopo l'uccisione d'Agrippina, madre di Nerone, nel 59. Nerone si svincolò sempre più dall'influsso del tutore che, trovatosi isolato nel nuovo entourage dell'imperatore, si ritirò nel 62 a vita privata. Fu subito accusato di cospirazione contro Nerone ma riuscì a dimostrare la propria innocenza. Non riuscì invece nel 65 a dimostrare la propria estraneità alla congiura dei Pisoni, e ricevette da Nerone l'ordine di suicidarsi, che egli eseguì.

Seneca fu autore assai prolifico, e diverse opere sue sono sopravvissute. Molte contengono valutazioni sul comportamento omosessuale, visto come atto degradante, spesso frutto di violenza o di potere, in ogni caso conseguenza d'una passione che la filosofia stoica, a cui Seneca aderiva, non poteva certo apprezzare.

Seneca inoltre insiste sul fatto che lo schiavo usato come oggetto sessuale è un essere umano come il padrone (cfr. Lettere a Lucilio, XLVII 7), e non dovrebbe essere degradato da abusi sessuali (non però liberato da abusi lavorativi!).

Come si vede queste prese di posizione assomigliano, come altre di Seneca, ad analoghe valutazioni proposte dal cristianesimo, che infatti dallo Stoicismo ha assorbito gran parte della propria etica sessuale e molti altri aspetti della morale, al punto che oggi ci paiono specificamente "cristiani" anziché Stoici. A tal punto i cristiani antichi consideravano vicino a loro Seneca, che inventarono la leggenda del suo cristianesimo segreto, supportata da un apocrifo epistolario fra lui e san Paolo, per secoli creduto autentico.

Fra le molte discussioni dell'omosessualità presenti nell'opera di Seneca segnalo soprattutto quelle nel De beneficiis (II 21, 1-2 and 5-6; II 28 5-6; IV 30, 2; IV 31, 4), assai preoccupate della perdita di dignità legata all'accettazione di atti omosessuali, specie il coito orale. Da segnalare anche le ripetute allusioni nella sua opera più letta oggi, le Lettere a Lucilio,ad esempio laddove esecra (XCV 24), la sorte degli "infelici greggi" di ragazzi che, dopo il banchetto, vengono oltraggiati nelle stanze private; oppure laddove incita (CXXII 7) a vivere sempre "secondo natura" evitando atti contro natura quali il travestitismo o il coito fra maschi, vero oltraggio sessuale. (Altre allusioni in quest'opera: XII 3, LXVI 53, LXXXVII 16, XCVII 2-4, CXXIII 10, CXXIII 15-16).

Ulteriori allusioni troviamo nel De brevitate vitae (XII 5); nel De vita beata (XIII 6), nel De ira (II 28, 7); De tranquillitate animi (chap. XV), nelle Naturales quaestiones (I 16, 1-9; VII 31, 1-3) e in altri passi ancora.

Un particolare inquietante è però che lo storico Dione Cassio (ca. 155 - ca. 240 d.C.), affermò nella Romaiké istorìe ("Storia romana", LXI 10, 4-6) che nonostante la sua ostentazione di virtù filosofica Seneca amava gli uomini, e che insegnò tale vizio anche a Nerone.

Giovanni Dall'Orto



L'Archivio di Storia Gay e Lesbica è a cura di Giovanni Dall'Orto

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