sitisaggitestiimmaginipersonaggi
per autore
per tema
per periodo

Una serata presso il "Barone G". Wilhelm von Gloeden (1856-1931) visto da Zinaida Gippius (1869-1945)

di Paolo Galvagni

Foto archivio G. Dall'Orto

Zinaida Gippius
breve presentazione della scrittrice lesbica (in preparazione)

didascalia

NOTE
Le parole in corsivo sono in italiano nel testo originale.

1)Kreuz polka (ted. "polka a croce"), tipo di polka.

2)Derviscio, figura di eremita, diffusasi nel mondo islamico a partire dal XII secolo. Ha una serie di pratiche religiose (digiuni, danze, autoflagellazioni) finalizzate al raggiungimento dell'esaltazione mistica.

didascalia

didascalia

Una serata presso il "Barone G". Wilhelm von Gloeden (1856-1931) visto da Zinaida Gippius (1869-1945).

didascalia


Zinaida Gippius (1869-1945), raffinata poetessa russa, ci ha lasciato vari scritti, che testimoniano le sue peregrinazioni per l'Europa. Incentrata sul suo viaggio siciliano e' l'opera "Na beregu Ioniceskogo morja" [Sulle rive del Mar Ionio], pubblicata a puntate nel 1899 sulla rivista "Mir iskusstva" [Il mondo dell'arte] (fascicoli n.7-12).

Momento importante nel racconto è l'incontro con il barone Wilhelm Gloeden, noto fotografo tedesco, pioniere del nudo maschile. Così viene descritto dall'autrice : "...vecchio amico dei nostri padroni, il barone G., che vive a Taormina nella sua piccola villa, già da vent'anni, completamente solo. Si occupa di fotografia artistica ed è molto noto non solo a Taormina, ma anche a Palermo. È alto, sinuoso, con maniere miti, con bei capelli chiari, ormai radi e il volto gradevole." (fascicolo n.10)

Il capitolo VIII, pubblicato nei fascicoli 11 e 12, racconta il ricevimento, offerto dal "barone G." nella sua villa.

...Taormina si riscaldava ogni giorno di più. Iniziava lo scirocco, un altro scirocco estivo, immobile, pesante; l'orizzonte era velato da un'afosa foschia color lilla, sembrava non fosse possibile respirare. Era tempo di lasciare le rive del Mar Ionio.

Il barone G., che da tanto si preparava a dare una serata nella sua piccola villa accogliente e a mostrarci la vera tarantella, venne a invitarci.

- Avrete molti siciliani?

- Che dite ! Sarà la nostra piccola cerchia. Tra i miei conoscenti non inviterò nemmeno tutti gli stranieri. Ho anche poco posto. Il mio Luigi stampa addirittura le fotografie in cucina.

Amavamo la villa poco spaziosa e accogliente del barone G. Una casetta bassa, appena visibile dalla siepe del giardino lussureggiante, pieno di strane rose, lo stretto balcone, la parete bianca sopra il balcone, coperta da grossi fiori violacei, e i glicini pallidamente lilla, dolcemente piegati, dai quali fa capolino il piccolo Pascalino, scontroso e viziato, scalzo, dagli occhi neri, con un vestito azzurro chiaro e un cappello rosso papavero con gli orli abbassati - l'eterno modello del barone G. insieme a Nedda, il cane nero, che capisce perfettamente l'italiano ed è molto abituato a posare per le fotografie. Di giorno G. è quasi sempre al lavoro, ma ama ricevere visite prima di pranzo.

- Ma che dite! - protesta, quando gli chiedi se disturbi.- Sono così contento...Luigi, il caffè !

Luigi è il braccio destro del barone. Si occupa della vita domestica e stampa le fotografie (ha d'altronde anche un assistente, Mino).L'aspetto esteriore di Luigi è straordinario. Quando guardi questo volto selvaggiamente stupendo con il naso corto, con le sopracciglia, che stranamente spiccano il volo - sembra di vedere un fauno vivo di tempi immemorabili.

Dopo una giornata grigia, la notte, quando ci accingemmo a recarci da G., sopraggiunse veloce, nera come l'inchiostro. Il cielo sembrava sovrastare le nostre teste, tanto da poterlo toccare, non si capiva se stesse per piovere o no. Prendemmo una lanterna, ma presto la spegnemmo: attorno alla macchia luminosa si addensava un tale buio che sembrava ancor più impossibile camminare.

La piccola camera quadrata, con la porta spalancata sul balcone, era chiaramente illuminata. Il pavimento di pietra era cosparso di qualcosa come crusca, per la comodità dei ballerini, i mobili superflui erano stati portati via. La camera era tutta tappezzata da bei quadri di artisti tedeschi e italiani.

Ci trovammo in una comitiva completamente tedesca. Il fratello della padrona della nostra villa, di recente giunto da Dresda nella sua amata Taormina, una quantità di suoi allievi, certi amici del barone...Le uniche eccezioni erano l'immancabile signor il dottore, schietto e franco, e una piccola inglesina, una musicista forestiera con i capelli rasati, come in un ragazzino, e con il musetto di un topo furbo e curioso. I musicisti, gli stessi grandi amici del buon barone, sedevano in una piccola stanza vicina.

I giovani bevevano caffè' e un leggero vino siciliano sul buio balcone. Vi echeggiava una conversazione tedesca, goffa e pesantemente sonora. Poi iniziarono a danzare. I siciliani avevano docilmente imparato la kreuz polka (1), qui necessaria per la moltitudine dei tedeschi; guardando quella danza metodicamente graziosa, languida, era difficile immaginare di essere in Sicilia e non a Monaco o in una qualunque cittadina, altrettanto tranquilla e sentimentale. La kreuz polka piangeva su corde siciliane, le coppie passavano tenendosi per le mani, come in un minuetto, e sorridendo.

Dal giardino si effondevano gli effluvi di rose e di altri roridi fiori notturni e il calore buio, umido. I suoni sobri e allegri della kreuz polka si interruppero. Tutti si erano stancati.

Da G. dovevano ballare la tarantella quattro ragazzi, i primi ballerini di Taormina. Vestiti con il costume siciliano poco vistoso, con la sciarpa legata bassa, con una giacchetta largo e corto, con i capelli e gli occhi scuri, sembravano tutti bellissimi. Come al solito, era difficile staccare lo sguardo da Luigi - pareva così strano con le sue sopracciglia riversatesi verso l'alto e con la bocca rapace. Mino era un ragazzino timido e malizioso. Uno dei ballerini era vestito con una lunga vestaglia. Mino era perfino scalzo.

Casa di Gloeden in piazza S. Domenico a Taormina (fotografia di W. von Gloeden, collezione Braunschweig, Parigi)

La tarantella siciliana, con i suoni che si ripetono in un ritmo veloce, all'inizio sembra allegra, focosa; ma, ascoltandola, decifrando il senso della melodia, che ritorna eternamente, capisci la sua malinconia e la tristezza inespresse. Non v'è una danza determinata: ciascuno fa ciò che vuole; ciascuno, benché essi danzino diversamente, cerca di cogliere il tono e la cadenza di questa musica piena di accesa tristezza. Il ritmo si accelerava, i movimenti dei ballerini erano più' veloci; Mino, grazioso come un gatto, faceva meraviglie; dal volto giovane, largo e bello, non spariva un sorriso strano e serio. Producevano un'impressione ansiosamente malinconica quelle belle sagome oscillanti in quella piccola stanza illuminata con il pavimento di mattoni, con la porta buia, che conduceva nel giardino, piena di una melodia monotonamente piangente. Nei movimenti anche di Luigi, questo giovane dal volto di fauno, non v'erano la furia del sentimento spontaneo, né il fuoco, così come non v'erano nella musica ineffabile: in essa balenava una stranezza a volte morbosa, un impeto fugace - in essa e nei movimenti dei ballerini, che inconsapevolmente si arrendevano al potere dei suoni.

Tutti, anche quelli che avevano appena ballato la timida kreuz polka, ora così lontana, avvertirono nella tarantella conclusasi un'armonia disperata, che era difficile esprimere a parole.

- Bravo, bravo ! - urlarono i buoni artisti allievi tedeschi. Però uno, il più grasso, era disilluso e cercava di spiegare che si attendeva di più... di più... Non sapeva come esprimere il suo pensiero, agitava soltanto una mano di slancio. Lo offendeva la tristezza, non vi era preparato.

Mino e gli altri ballarono ancora alcune volte. Mino amava danzare. E ogni volta era lo stesso, ogni volta lo stesso sorriso assorto sul bel volto e i rapidi movimenti graziosi senza fine, sotto i suoni colmi di una tristezza disperata, irriflessiva, quasi ottusa. V'era una strana unione, v'erano l'eco dei canti del nord e gli strilli delle melodie incontro, il turbinio monotonamente veloce, ipnotico del derviscio.(2)

Dopo la tarantella le danze tedesche non ebbero più' luogo. Ci sedemmo in un angolo, su un basso divanetto. Era ora di prepararsi per tornare a casa. Anche i musicisti avevano finito. All'improvviso il barone G., che era al balcone, ci fece segno di avvicinarci.

Sulla soglia la calda oscurità ci abbracciò. Dal giardino echeggiò vicino - ma tanto che sembrava lontano - il suono di una corda. I nostri musicisti, andandosene, volevano suonarci un'antica serenata siciliana, che non avevano suonato, probabilmente sapendo che occorre sentirla da lontano, dall'aria buia e sotto il cielo.

I suoni erano flebili, risuonavano monotoni. Erano accompagnati dalla mediocre voce da tenore, triste e gradevole, di uno dei musicisti. Se nella tarantella v'erano la lentezza e la malinconia del sud, cosi' vicina alle canzoni settentrionali, qui, in quella serenata, v'era solo essa, l'infinita malinconia, che risuonava trafiggendo il cuore. La stessa corda suonava debole e insistente, senza interrompersi; non ci interessava ascoltare le parole e capirle, volevamo abbandonarci alla fragrante oscurità, a questo triste suono, insistente, lamentoso, per il quale i fiori umidi sembravano avvizzire ancor più disperati.

Gli artisti tedeschi si chetarono. Il volto della musicista inglese, che stava vicino, era serio e concentrato: probabilmente cercava di ricordare il motivo.

Andammo a casa, la notte diventò ancor più buia, cadde una pioggerella rada e indecisa. Parlavamo della tarantella. Le donne qui ballano poco e goffamente. Il signor dottore ripeteva che non gli piaceva la tarantella, che preferiva la quadriglia, quando danzano le dame leggiadre, le belle donne. Ma il signor dottore era un noto cavaliere e anche tra tutti i poeti italiani preferiva Ada Negri, perché era una dama.

Paolo Galvagni


MondoQueer | Rassegna | Gente | Tendenze | Immagini | Cinema | Libri | Storia | Lettere | Annunci | Chat | ?

Chi Siamo | Pubblicità | Collabora | Scrivici

© 1999 MONDOGAY - Tutti i diritti riservati