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Corriere della Sera
2 dicembre 1999

IL PRIMO IN LOMBARDIA
Varato il "registro" a Sesto, Forza Italia si spacca

di Laura Guardini

SESTO SAN GIOVANNI (Milano) - Sesto San Giovanni, ex capitale dell'acciaio, 85 mila abitanti al confine nord di Milano, è la prima tra le città lombarde a istituire un registro delle coppie di fatto, omo o eterosessuali. E nel consiglio comunale che martedì sera ha approvato la delibera (13 voti contro 11) si è consumata una prima, ma probabilmente non ultima frattura tra cattolici e laici dentro Forza Italia, ma anche dentro la maggioranza che sostiene la giunta di centrosinistra. I fatti: nel novembre del 1998 il consiglio comunale dà il via libera all'istituzione del registro approvando una proposta di tre consiglieri Ds e di Alessandro Piano, approdato al partito di Berlusconi, sottolinea, "dagli ambienti laici della Gioventù liberale". Ieri, a neppure 24 ore dall'approvazione della delibera, il coordinatore regionale degli azzurri, Paolo Romani, ha annunciato la sospensione dal partito di Piano. "Ho la coscienza a posto - ha replicato questi -. Decideranno i probiviri". Se a Milano l'imbarazzo nell'affrontare analoga discussione ha consigliato un rinvio proprio nelle scorse settimane, a Sesto l'idea di un registro che dia una veste istituzionale alle coppie di fatto ha persuaso una maggioranza molto trasversale e, proprio per questo, molto frazionata. Hanno votato a favore 8 consiglieri Ds, i 3 di Rifondazione, l'unico verde, il solo Piano per Forza Italia. Hanno votato contro altri 5 azzurri, un leghista, un appartenente al gruppo misto e un gruppo di consiglieri che pure sostengono la giunta: un diessino, un popolare (due erano assenti), tre esponenti della Lista civica. Alessandro Piano è soddisfatto: "L'istituzione del registro non avrà effetti pratici, lo so. Ma apre una breccia contro la discriminazione, che colpisce specialmente gli omosessuali: basta pensare ai loro problemi in materia di reversibilità delle pensioni, visite in ospedale o in carcere, assegnazione di alloggi. L'essere stato lasciato solo dagli altri azzurri - aggiunge - accentua comunque la mia soddisfazione personale". Se Piano sogna dunque la Camera dei Lord inglesi - che a fine ottobre ha decretato il diritto di un ex ufficiale di marina a ereditare la casa condivisa con il compagno sino alla morte di questi -, i suoi ex compagni di strada sono all'esatto opposto: "Siamo per la tutela della famiglia e dei valori a essa collegati" ha sottolineato il capogruppo di Forza Italia Pierfrancesco Gallizzi. Una posizione vicina a quella dei sacerdoti di Sesto San Giovanni che hanno sentito il bisogno di dire la loro con un comunicato: "La decisione di istituire il registro delle coppie di fatto non è condivisibile", "scardina il valore della famiglia". Praticamenti gli stessi termini che il quotidiano della Santa Sede l'Osservatore romano usa oggi per criticare la decisione di Sesto. Molto rumore, più di quanto se ne sia sentito altrove (a Pisa e in altri centri toscani dove il registro già esiste), ma per un'iniziativa dal senso puramente politico. Ci tiene a sottolineare questo aspetto il sindaco ds Filippo Penati: "Il registro non cambierà in pratica la vita delle coppie di fatto perché non è in potere dei Comuni cambiare regole come quelle per la pensione o il sistema sanitario. Adottando questa decisione i Comuni possono semplicemente chiedere al Parlamento interventi in questo campo: non si tratta di dare giudizi su stili di vita più o meno anticonformisti, ma semplicemente di prendere atto che i costumi sono cambiati".


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