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Il Messaggero
1 novembre1999

L'offensiva del Vaticano/Nella parrocchia romana di Torraccia, il Pontefice attacca la legge della Regione Lazio che sostiene tutti i nuclei registrati all'anagrafe
Il Papa ai politici: no alle coppie di fatto
"Chiedo di tutelare la famiglia fondata sul matrimonio senza confusioni con ben altri tipi di unione"

di ORAZIO PETROSILLO

ROMA - Dopo la scuola, la famiglia. Il Papa non lascia tranquilli i politici e i governanti. Appena ventiquattr'ore dopo aver guidato, sabato da piazza San Pietro, la protesta del mondo cattolico verso il governo e la maggioranza per la mancata parità scolastica, Giovanni Paolo II ha fatto sentire di nuovo il peso della sua autorevolezza morale con un appello "ai responsabili politici ed istituzionali", su un altro tema molto importante del suo ministero pastorale: la tutela della famiglia fondata sul matrimonio, contro la sua equiparazione alle coppie di fatto ed ancor più contro la messa sulla stesso piano delle coppie omosessuali. Ieri, il contesto non è stato nazionale come quello della assemblea della scuola cattolica con 150 mila alunni, docenti e genitori, dinanzi al vicepresidente del Consiglio Mattarella e al ministro Berlinguer. L'ambito è stato regionale - il Lazio - e lo scenario dell'intervento quello della parrocchia di S. Giuseppe Benedetto Labre nel quartiere "Torraccia" alla periferia nord di Roma, dove c'è un alto numero di coppie giovani e nascono molti figli. Ad essere presa di mira, è stata la legge approvata il 15 ottobre dal Consiglio regionale del Lazio in materia di "programmazione degli interventi a sostegno dei nuclei familiari", senza precisazioni se si tratti di coppie sposate o conviventi. I vescovi del Lazio, presieduti dal cardinale Ruini, hanno immediatamente protestato esprimendo "grande preoccupazione e rammarico" perché "il sostegno che va dato alle persone che si trovano in situazioni di difficoltà non deve far mettere in secondo piano la differenza essenziale che esiste tra la famiglia legittima fondata sul matrimonio ed altre forme di convivenza". In qualità di vescovo di Roma e metropolita della provincia romana (due dei nove titoli ufficiali di un papa), Karol Wojtyla, nell'omelia in parrocchia, ha riproposto con forza il tema della famiglia e appoggiato i 27 vescovi laziali nella loro critica alla legge regionale. "L'odierna visita alla vostra parrocchia - ha detto - mi offre l'occasione per far mio l'appello rivolto alcuni giorni fa dai vescovi del Lazio ai responsabili politici ed istituzionali ed a tutti i cittadini. Alle autorità civili chiedo ancora una volta di adoperarsi affinché la famiglia fondata sul matrimonio sia promossa e tutelata, senza venir confusa con altre e ben diverse forme di unione". Il provvedimento del Consiglio regionale del Lazio mira a sostenere con diverse agevolazioni le coppie disagiate, sposate e non, che hanno figli, bambini in affidamento o adottati, madri nubili con figli handicappati o anziani non autosufficienti e padri separati con figli. La legge concerne le coppie "anagraficamente registrate", prescindendo cioè dal fatto che siano sposate o meno, per non discriminare per esempio bambini figli di coppie sposate e di quelli che non lo sono. Contro tale equiparazione, i vescovi e il Papa hanno reagito. Ma anche il presidente del Consiglio regionale del Lazio, Piero Badaloni ha replicato ieri sera: "Ancora una volta ribadisco con umiltà ma anche con fermezza, che non è vero che la legge approvata recentemente dal Consiglio regionale del Lazio sia tesa a sostenere e patrocinare le unioni di fatto, bensì a sostenere innanzitutto le famiglie e poi anche quei nuclei familiari in difficoltà cui ha fatto accenno lo stesso Pontefice nella sua omelia". La difesa della famiglia fondata sul matrimonio è considerata dal Papa una delle quattro emergenze dell'Italia assieme alla difesa della vita, alla parità scolastica e alla occupazione - che da alcuni anni sistematicamente ricorda negli incontri con le autorità statali, nei discorsi alla Cei e nelle visite pastorali alle diverse regioni o alle parrocchie romane. La circostanza che nella parrocchia di ieri vi siano molte coppie giovani e si registri una discreta natalità (circa 230 battesimi l'anno), ha spinto il Papa ad esortare alla preghiera per i tanti nuclei familiari "in difficoltà" e, in particolare, "per quanti pur felicemente sposati, non hanno il coraggio di aprirsi al dono della vita". Il 19 scorso, nella sua visita ufficiale in Vaticano, il presidente Ciampi si era detto d'accordo col Papa sul valore primario della famiglia, definita "nucleo fondante" della società, ed aveva accennato "alle culle vuote per difficoltà economiche o per sfiducia nell'avvenire".


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