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Corriere della Sera
18 Novembre 1999

Mercati & Capitali
Investimenti virtuosi / Diventano buone le performance dei fondi etici negli Usa Responsabili? Allora è boom

Fino a pochi anni fa erano considerati le Cenerentole di Wall Street, a causa delle loro sconfortanti performance. Oggi però i cosiddetti socially responsible funds, cioè i fondi che tentano di coniugare negli Stati Uniti finanza ed impegno sociale, godono di una insperata popolarità fra gli investitori americani. Il loro numero è triplicato dal 1995; le loro prestazioni, in alcuni casi, hanno superato i valori dell'indice S&P 500; e gli esperti del mercato adottano nei loro confronti una maggiore considerazione. I fondi etici indirizzano tipicamente i propri investimenti verso imprese che si distinguono per una serie di interventi "positivi" nella società: cioè ditte che non inquinano, non sono coinvolte nel gioco d'azzardo, nella produzione di armi, tabacco, alcool; che non pubblicano pornografia; che si impegnano nella protezione della natura, rispettano i propri impiegati etc. Almeno questa è la definizione tradizionale, perché oggi in realtà si applica l'etichetta di "socially responsible" ad un orizzonte molto più articolato, comprensivo di fondi che investono sulla base di valori religiosi (i Timothy Plans, i Lutheran Brotherhood Funds, o gli Islamia Funds); che includono nel portafoglio compagnie note per favorire la diversità etnica e razziale dell'America (Victory Lakefront Fund), o - perché no - l'orgoglio omosessuale (il Meyers Pride Value Fund). Eppure, la distinzione delle imprese in etiche e non etiche è sempre molto relativa: ad esempio, mentre la McDonald's può essere bandita dai fondi "verdi" che difendono la salvaguardia degli animali, può invece rientrare tranquillamente nel portafoglio di altri fondi "socially responsible" che privilegiano le numerose attività filantropiche sostenute dalla famosa multinazionale della polpetta. Oltre all'acquisto di titoli delle compagnie raccomandabili sotto il profilo morale, l'investimento "responsabile" provvede ad una serie di attività parallele, finanziate con una parte dei profitti realizzati (previo il consenso -ovviamente - degli investitori). Il Devcap Shared Return Fund favorisce ad esempio con piccoli doni le microimprese nei Paesi del Terzo Mondo. Il gruppo Calvert, uno dei più antichi del settore, incoraggia la produzione di giocattoli intelligenti e sicuri. Quasi tutti i fondi etici praticano poi il cosiddetto community investing, cioè il piccolo credito per lo sviluppo di attività economiche in zone depresse degli Stati Uniti. Ed ecco i numeri che testimoniano il boom in atto dei socially responsible funds: nel 1984, agli albori del fenomeno, il capitale complessivo gestito dai 4 fondi sociali allora esistenti era di 40 miliardi di dollari; nel 1995 risultava pari a 639 miliardi di dollari divisi fra 45 fondi; oggi supera i 1000 miliardi di dollari, per 144 fondi. Ma torniamo alle performances, che per un certo tempo hanno rappresentato il tallone d'Achille della maggior parte dei fondi etici. Oggi la categoria nel suo complesso è nobilitata da una decina di "famiglie", capaci di realizzare ritorni superiori alla media degli altri fondi o degli indici principali di Wall Street. Lo Smith Barney Concert Allocation Social Awareness vanta un +26,6% nell'ultimo anno, in linea con l'indice S&P 500, e facendo la media degli ultimi tre anni un +19,2%, risultato migliore dei due terzi del totale dei fondi statunitensi. Ma la punta di diamante è rappresentata dal Domini Social Equity Fund, capace nell'ultimo triennio di un +27% di media annualizzata (+25,6% se si considera un arco di 5 anni), grazie ad un portafoglio di titoli basato sull'omonimo indice Domini 400 Social Index. Ragguardevole anche il risultato del Citizens Index: +35% nell'ultimo anno, + 30,3% annualizzato sull'arco dei tre anni. A questo punto è legittimo chiedersi se a fronte dei 144 fondi socially responsible ne esiste per caso qualcuno da etichettare come "immorale", malizioso, perverso. Almeno uno c'è: è il Morgan Funshare, che investe in compagnie non virtuose, impegnate nel gioco d' azzardo, o nella produzione di alcol e sigarette, o di prodotti ancor più compromettenti (preservativi od altri anticoncezionali). Basato sul principio opposto di dissociare cioè etica e finanza, il Morgan Funshare ha reso un +15% nell'ultimo anno, con una certa soddisfazione dei suoi "scostumati" investitori. E per chi vuole approfondire il tema della finanza etica online, ecco una serie di siti specifici su internet: Socialfunds.com è probabilmente il più completo ed aggiornato, seguito da Goodmoney.com., da S-R-Invest e da Greenmoney.com.

Giuseppe Mistretta


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