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Il Messaggero
17 Novembre 1999

LE PROVE DI CIAO DARWIN
Busi fa il diavolo a quattro da Bonolis
Lo scrittore caposquadra dei gay contro gli etero nella puntata di sabato

di MICAELA URBANO

Roma - I camerini scoppiano, i sarti e i truccatori sudano, i segretari di edizione gridano, e alcuni dei concorrenti meditano di fare fuori Aldo Busi ("gli spariamo o lo strozziamo"?): Teatro 10 di Cinecittà, prove di trasmissione per un varietà che si annuncia rovente. Alle 21 di sabato prossimo su Canale 5, nell'arena di Ciao Darwin 2, di fronte a una giuria femminile presieduta da Amanda Lear, si scontreranno eterosessuali e omosex, i primi capitanati da Andrea Roncato, i secondi, loro malgrado, da Busi. Busi che scambia lo studio televisivo per un sit-in e protesta contro tutto e tutti, e che soprattutto ce l'ha con il Vaticano e dintorni. Busi che dà la buonasera e che, indicando la sua squadra sbuffa schifiltoso: "Ma no che non li rappresento, figuriamoci...io sono uno strafico della Madonna, intelligente, colto, ricco, famoso e potente...". Busi che ne ha anche per gli avversari: "Se fossi una donna piuttosto che stare con uno di quelli lì diventerei lesbica, oppure andrei in bicicletta, che godrei di più". Chi ha vinto? La pazienza. Quella di Paolo Bonolis, di Luca Laurenti, della Lear e dei concorrenti. Lisci, cotonati, fonati, palestrati, mesciati, pelati, occhialuti, gioventù bruciata e gente attempata, con un fisico bestiale o piuttosto banale, in doppiopetto o in jeans: ormai non più rivali ma alleati e armati fino ai denti contro un unico nemico. Contro lo scrittore che oramai va a ruota libera, sputa sentenze e snocciola provocazioni. C'è chi si chiede: ma, ha capito dove siamo? Si è reso conto che questo è uno studio televisivo, che Ciao Darwin è un gioco e non un collettivo del '68? Busi insiste: "Non vogliamo vincere, sarebbe come fare un regalo ai subnormali". Educatissimi davvero, i suoi compagni di squadra, che non gli hanno torto un capello. E cortesissimi perfino i serpenti boa, che gli sono scivolati addosso dentro una vasca da bagno senza stritolargli nemmeno un dito, lasciando sconsolati i concorrenti. La diretta sarà diversa, ripeteva a se stesso, facendosi coraggio, lo stoico conduttore. "E che fai, gli dai il bromuro?", gli grida qualcuno in corridoio. Un dato è certo: Busi si dissocia dai concorrenti omosex, ma il sentimento è reciproco. E pensare che nelle intenzioni degli autori al primo posto c'era tutt'altro, ossia l'abbattimento delle ultime resistenze del grande pubblico nei confronti della cosiddetta diversità. "Siamo tutti, soltanto persone, uomini. E Benigni insegna: quando si tratta di godere non si guarda in faccia nessuno", dice Bonolis. "Certo che qualche differenza esiste", scherza Amanda Lear: "Se un uomo mi invita a casa sua è perchè mi vuole pettinare, se me lo chiede un gay è perchè mi vuole spettinare". E seria aggiunge: "Omosex, etero, bisex: sono convinta che tra qualche anno tutti questi termini scompariranno insieme con i pregiudizi che non appartengono certo all'intelligenza".


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