MondoQueer
rassegna stampa
clicca sul logo per tornare alla prima pagina


L'Espresso
16 dicembre 1999

SUDAFRICA
Figlia nera per gay bianco
È caduto l'ultimo tabù dell'apartheid

di Stefano Gulmanelli

Quattro anni di battaglie per riuscire ad adottare un figlio. Una trafila conosciuta da molte famiglie che decidono di fare questo passo. Ma che nel caso di John ("non scriva il cognome, non si sa mai"), un padre di Johannesburg, assume una sfumatura particolare. Perché John è single e gay. E, come se non bastasse, nel Sudafrica di Thabo Mbeki, erede di Nelson Mandela, è bianco mentre la piccola Maria, la bambina di tre anni diventata sua figlia, è nera. La scena che si presenta a chi entra nel salotto della casetta che John possiede in un tranquillo sobborgo della metropoli sudafricana è idilliaca nella sua apparente normalità. Maria è seduta sul pavimento, con in mano una Barbie e sulle labbra un sorriso felice, che il suo nuovo padre ricambia quasi estasiato. Ma tutta questa felicità a John è costata umiliazioni e schiaffi morali. Ha dovuto affrontare perplessità mortificanti e pregiudizi avvilenti, fino all'aperta discriminazione. "Le organizzazioni cui mi rivolgevo per l'adozione mi sottoponevano ripetutamente a esami e continue interviste". Chiaramente a causa della sua condizione di omosessuale. "Gli assistenti sociali che seguivano il mio caso mi hanno fatto compilare questionari supplementari che entravano nei minimi dettagli della mia storia sessuale. Poi mi hanno richiesto il test Hiv. E infine mi hanno detto che era necessario il consenso esplicito dei genitori biologici". Il tutto per poi comunque respingere la sua richiesta senza nemmeno motivare il rifiuto. "Lo possono fare, anche se magari ricevono fondi governativi o pubblici". John stava per mollare tutto, ma non lo ha fatto. E non solo perché quell'adozione la voleva con tutte le sue forze: "Affrontando questo calvario ed entrando in contatto con la realtà dei bambini abbandonati mi sono reso conto che ce ne sono un numero spaventoso". L'adozione a John però continuava a essere negata. Fu allora che si decise a portare il suo caso dinanzi alla Commissione sui diritti umani, stabilita dall'ex presidente Mandela. Il verdetto fu chiarissimo: quanto stava avvenendo infrangeva i diritti costituzionali non solo di John ma anche dell'eventuale bambino adottato. E Maria finalmente arrivò. "Furono i suoi genitori a spingere perché mi fosse affidata; pensavano che fosse nell'interesse di Maria".


MondoQueer" e' una iniziativa senza scopo di lucro. Sono graditi contributi, articoli e segnalazioni.