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Avvenire
17 Novembre 1999

FRANCIA L'associazione che ha dato dura battaglia si appella a Chirac: si impegni concretamente per contrastarlo

Nathalie e Jean uniti in nome del Pacs
Coppie di fatto, in vigore la legge che dà uno schiaffo alla famiglia

E i primi che faranno ricorso al Patto sociale potranno compilare un'unica dichiarazione dei redditi nel 2003

Simona Serafini

Parigi. Nathalie Cros e il suo compagno Jean-Christophe Darne saranno quasi certamente i primi due francesi "pacsati" in Francia: "Ho raccolto la documentazione necessaria. Mi mancava solo l'estratto di nascita, che ho avuto oggi. Domattina stessa andrò con Jean-Christophe a firmare davanti al tribunale di grande istanza della mia città, Lione", ci spiega Nathalie. La legge che instituisce il Pacs è stata pubblicata ieri sul "Journal Officiel": e subito i tribunali di "grande instance" si sono preparati a raccogliere le prime domande, rispettando l'ordine impartito dal ministro della Giustizia. Una procedura eccezionale quella disposta da Elisabeth Guigou: i decreti applicativi, infatti, non sono ancora stati diramati. Al loro posto il ministero della Giustizia ha pubblicato quattro pagine di "istruzioni per l'uso", indirizzate ai cancellieri dei 473 tribunali di "grande istanza" della Repubblica e soprattutto agli eventuali fruitori. Un certificato di nascita, una prima attestazione sulla inesistenza di legami di parentela, una seconda che dichiari che i contraenti non sono sposati o sottoscrittori di altri Pacs, una dichiarazione di residenza comune, e il gioco è fatto: il cancelliere, verificati i documenti, consegnerà su due piedi un certificato nuovo di zecca. Secondo le intenzioni del governo, le prime coppie "pacsate" potranno fare la loro dichiarazione dei redditi in comune nel 2003. Sempre che non si verifichi prima un cambiamento alla guida del paese: la Destra infatti si propone di abrogare, appena ne avrà il potere, questa legge che ha combattuto senza posa per più di un anno, come ha spiegato il senatore Rpr Paul Delevoye. Secondo Jean-Pierre Michel, un deputato del Movimento dei Cittadini (il partito del ministro dell'Interno, Jean-Pierre Chevènement), anche tra i magistrati della Cancelleria che debbono elaborare i decreti di applicazione vi sarebbero forti "resistenze ideologiche" nei confronti di un testo tanto controverso. Nonostante il Consiglio Costituzionale il 9 novembre scorso abbia dato via libera al Pacs (sia pure con "diverse riserve d'interpretazione"), larga parte dell'opinione pubblica resta ostile ad una legge sostitutiva del matrimonio. A parte le associazioni familiari cattoliche, opposte al Pacs dal momento che "esso cambia radicalmente la natura della società", si mostra molto circospetta anche la "Fédération Familles de France" (che raccoglie diverse correnti di pensiero), a causa del piccolo numero di cittadini che potrebbero usufruirne e delle deboli garanzie che esso comporta. "Génération Famille", l'associazione guidata dalla deputata Udf Cristine Boutin, che contro il Pacs ha condotto un vero ostruzionismo parlamentare, si appella al "garante della coesione sociale", il presidente della Repubblica: "Ai sensi dell'articolo 10 della Costituzione, egli ha il potere di chiedere al Parlamento un riesame della legge. I prossimi giorni saranno quelli del presidente della Repubblica - stima Génération Famille - Chirac lascerà che il Pacs si installi senza reagire, o si impegnerà concretamente?". Non sembra che per il momento l'Eliseo abbia deciso di usare i carri armati ma piuttosto l'artiglieria leggera. Sabato scorso, in visita a Marsiglia, Chirac non ha esitato ad attaccare il governo sulla politica familiare: "Quando si fa una riforma che riguarda la società, le diverse sensibilità, bisogna farla precedere da un ampio dibattito. Nel caso del Pacs il dibattito è stato falsato in quanto discusso solo in Parlamento". È evidente che alle prossime elezioni presidenziali Chirac si presenterà come il difensore della famiglia, contro Pacs e affini.


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