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La Repubblica 13/10/99
"L'omosessualità è una malattia" I gay offesi dal manuale della Sanità
Il ministero: "Ci riferiamo ai disturbi, non ai comportamenti"

TORINO (a.c.) - "Affetto" da omosessualità. Essere gay, per il ministero della Sanità, è considerato una malattia nonostante l'Organizzazione Mondiale della Sanità abbia depennato l'omosessualità dalla lista delle manifestazioni morbose già nel '91. L'ultima polemica sull'omosessualità (se vada intesa o meno come patologia), è scoppiata a Torino dopo che Angelo Pezzana, fondatore nel 1971 del primo movimento gay, il Fuori, ha visto casualmente la voce "omosessualità" nella "classificazione delle malattie" edita dal Dipartimento della programmazione del ministero della Sanità. A pagina 555, in particolare, nel paragrafo dedicato ai "disturbi psichici", sotto il titolo "deviazioni e disturbi sessuali" al quale corrisponde il codice 302, compaiono le voci "omosessualità ego-distonica" (cioè, vissuta in modo conflittuale), "zoofilia", "pedofilia", "travestitismo" e "transessualismo". Gay malati da curare, da guarire dalla loro "neurosi sessuale", dunque? Il Dipartimento programmazione del ministero della Sanità ha fatto sapere che "quel codice non si riferisce al comportamento di un individuo, ma ad un disturbo di conflitto che può originarsi o no, a seconda dei casi, da un comportamento omosessuale". Ancora il Dipartimento: "Se un cittadino si rivolge a strutture pubbliche evidenziando questo tipo di disturbo, allora la patologia, codificata anche a livello internazionale, viene individuata con quel numero". Ma per Angelo Pezzana quel numero, 302, "offende milioni di cittadini italiani". E quella risposta "è ipocrita e tipica di una mentalità clericale". "La motivazione del Dipartimento - ha aggiunto il fondatore del Fuori - non sta in piedi. Uno può vivere male anche la sessualità con l'altro sesso, ma non per questo bisogna rubricare l'eterosessualità fra le malattie. Noi chiediamo al ministro che tolga immediatamente la parola omosessualità dal registro delle patologie, adeguandosi alle direttive dell'Oms". Un'analoga polemica era nata qualche anno fa dopo che uno psicologo cattolico olandese aveva contestato, in un articolo pubblicato su Studi Cattolici, vicina all'Opus Dei, chi invitava ad accettare la diversità sessuale.


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