MondoQueer
approfondimento
clicca sul logo per tornare alla prima pagina

“(...)promuovere ed incoraggiare il rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali per tutti, senza distinzione di sesso, di lingua o di religione”

Articolo 1(3) dello Statuto delle Nazioni Unite (1945)


ONU

AMNESTY
INTERNATIONAL

AMNESTY
INTERNATIONAL
SEDE ITALIANA

Serena Vitale - MondoQueer
I diritti degli omosessuali

In tutti i Paesi del mondo uomini e donne sono molestati, rapiti, imprigionati, torturati, persino assassinati a causa del loro orientamento o della loro identità sessuale. Gay, lesbiche, bisessuali e persone transgender - chiunque non si conformi ai dettami di quella che è rappresentata come sessualità “normale” - possono ritrovarsi perseguitati da parte di pubblici ufficiali o di privati individui, le cui azioni rimangono del tutto impunite. Più ancora del sessismo o del razzismo, l’omofobia è legittimata quasi ovunque nel mondo da leggi che criminalizzano l’omosessualità o discriminano in altro modo le minoranze sessuali, negando ad esse pari opportunità di protezione. La discriminazione istituzionalizzata sembra non avere confini: si ritrova, in molteplici forme e con diversa intensità, quasi ovunque, nonostante la profonda disomogeneità dei sistemi giuridici contemporanei.

Tutti gli Stati della Comunità Internazionale che sono membri dell’ONU sono vincolati, politicamente o giuridicamente, agli strumenti del diritto internazionale. L’Articolo 1(3) dello Statuto delle Nazioni Unite (1945) prevede, fra i fini dell’organizzazione, quello di “(...)promuovere ed incoraggiare il rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali per tutti, senza distinzione di sesso, di lingua o di religione”. Espressioni analoghe sono riprese nelle Costituzioni degli Stati più antichi così come di quelli di nuova indipendenza; esse ritornano, inoltre, negli Statuti o nei Trattati istitutivi di tutte le maggiori organizzazioni internazionali a carattere regionale.

L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato nel 1948 la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, la quale, pur non avendo un valore propriamente giuridico, impegna gli Stati a conformarsi a determinati standards di tutela dei diritti umani. Ogni Stato dovrebbe garantire ai propri cittadini la libertà di espressione e di associazione, il diritto di non subire discriminazioni, il diritto di uguaglianza di fronte alla legge e il diritto di partecipare alla vita culturale della loro società. Nel 1966 le Nazioni Unite hanno promosso la ratifica del Patto sui Diritti Civili e Politici e del Patto sui Diritti Economici, Sociali e Culturali. Si tratta, in questo caso, di veri e propri trattati, la cui violazione da parte degli Stati che vi hanno aderito potrebbe essere sanzionata dalla Comunità Internazionale. Questo non ha impedito agli Stati a tutte le latitudini di attuare una sistematica discriminazione nei confronti delle persone omosessuali.


Alcuni casi documentati nel Rapporto 1998 di Amnesty International (AI - Report - ACT31/06/98) sono significativi.

La Repubblica Cecena -Ichkeriya, la quale ha recentemente introdotto la legge tradizionale Islamica nella pratica giudiziale, proibisce “i rapporti sessuali anali fra un uomo e una donna o un uomo ed un uomo” all’Articolo 148 del nuovo Codice Criminale Sharia. Per le prime e seconde infrazioni, la punizione prevista è la bastonatura. Una terza condanna porta alla pena di morte.

Negli USA parecchi Stati hanno leggi discriminatorie sulla sodomia, le quali prevedono pene detentive per atti sessuali consensuali fra persone dello stesso sesso.

Anche in Giamaica, gli atti sessuali consensuali fra uomini adulti svolti in privato costituiscono reato secondo le Sezioni 76-82 della Legge sui Crimini contro la Persona; le pene prevedono fino a 10 anni di carcere e lavori forzati. Leggi siffatte rafforzano i pregiudizi comuni ed aumentano i pericoli che gli omosessuali devono affrontare. In Giamaica, per esempio, 16 prigionieri furono uccisi e 40 feriti nell’agosto del 1997, in seguito ad agitazioni scoppiate nella Prigione del Distretto di S. Caterina e nel Penitenziario Generale di Kingston. Le agitazioni ebbero inizio dopo che le guardie carcerarie scesero in sciopero per protesta contro l’intenzione del commissario carcerario di distribuire preservativi a guardie e prigionieri, nel tentativo di controllare la diffusione di HIV e AIDS. Fra gli uccisi c’erano prigionieri presi di mira in quanto omosessuali.

In Argentina gli appartenenti a minoranze sessuali sono stati oggetto di maltrattamenti e torture da parte della polizia a Buenos Aires e in città di provincia come Rosario e Mendoza. Per esempio, Adriana Cortes, una donna transessuale, è stata arrestata a Mendoza nel Febbraio 1997. Secondo le testimonianze, è stata costretta ad avere rapporti sessuali con un ufficiale di polizia in cambio di medicinali per lenire il dolore. Adriana ha esposto denuncia e l’ufficiale è stato trasferito, ma nessun’altra azione è stata intrapresa.

Nel Regno Unito, 7 uomini di Bolton sono stati condannati nel 1998 ai sensi di leggi che discriminano sulla base dell’orientamento sessuale, criminalizzando comportamenti che non costituirebbero reato per gli eterosessuali. Sono stati accusati di “grave indecenza” e “sodomia” per attività che ebbero luogo in privato a casa di uno degli imputati, e condannati a pene detentive, poi sospese. Il governo britannico ha adottato provvedimenti necessari per parificare l’età del consenso ai rapporti omosessuali fra omosessuali ed eterosessuali, conformandosi ad una direttiva della Commissione Europea. Poiché la proposta di legge per parificare l’età del consenso è stata respinta nel luglio del 1998, il governo si è impegnato a riprovarci in autunno.
Il Regno Unito fa parte dal 1973 dell’Unione Europea. L’obbligo di integrazione fra ordinamento interno ed ordinamento comunitario prevede che gli Stati membri adeguino le loro legislazioni alle decisioni ed indicazioni fornite dagli organi comunitari; in caso di mancato adeguamento essi commettono un illecito che può essere sanzionato dalla Corte di Giustizia delle Comunità Europee. L’orientamento degli organi comunitari nel settore dei diritti delle persone omosessuali è molto chiaro ed omogeneo. Il Parlamento Europeo ha adottato numerose risoluzioni in materia, quali quella sulla parità dei diritti per le persone omosessuali (08-02-1994), quella più dettagliata ed espressamente rivolta contro le discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale (13-03-1984), e tutte quelle che più sinteticamente ribadivano la necessità che venissero adottate legislazioni antidiscriminatorie in vari campi negli Stati membri, che tenessero conto, fra le altre e allo stesso titolo, anche della discriminazione anti-omosessuale (D’Ancona 01-06-1986, Parodi 26-05-1989, Buron 22-11-1989, Ford 23-07-1990).
Il Regno Unito è anche membro del Consiglio d’Europa (organizzazione per la tutela dei diritti umani fondata nel 1950), il quale ha approvato il 1° ottobre 1981 la raccomandazione n°924 "Sulla discriminazione contro gli omosessuali".

E’ necessaria una forte volontà politica da parte degli Stati affinché i diritti umani siano effettivamente tutelati; e questa manca. La circostanza che gli omosessuali siano rimasti una realtà sommersa in quasi tutti i Paesi ha impedito, inoltre, che la cultura giuridica internazionale acquisisse la consapevolezza del diritto all’orientamento sessuale, e realizzasse l’urgenza di reprimere i meccanismi discriminatori che violano i diritti delle persone omosessuali.

MondoQueer" e' una iniziativa senza scopo di lucro. Sono graditi contributi, articoli e segnalazioni.