otto per mille
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Così la Chiesa Cattolica spende i soldi dell'otto per mille
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aprile 1999 L'Otto per mille Nel periodo dell'anno in cui si compila la dichiarazione dei redditi, spuntano in televisione gli spot pubblicitari con cui la chiesa cattolica invita i contribuenti a destinarle le quote dell'otto per mille. Per effettuare una scelta pienamente consapevole, può essere utile tener presenti alcune informazioni che quegli spot, purtroppo, non dicono. Ad esempio, è opinione diffusa che la chiesa cattolica investa il ricavato dell'otto per mille in opere di beneficenza. Ciò e' vero solo in minima parte.
Si deve inoltre sapere che se sulla dichiarazione dei redditi non viene effettuata una scelta esplicita a favore di qualcuno dei possibili soggetti, le quote di otto per mille rimaste "in bianco" vengono comunque ripartite soltanto tra chiesa cattolica e Stato. Le alternative? Nel 1993 la chiesa valdese ha ottenuto di partecipare alla raccolta di fondi attraverso l'otto per mille, ed ha fissato per sé due principi-guida di grande valore etico: 1) riscuotere solo le quote effettivamente attribuite dai contribuenti in suo favore (senza partecipare alla spartizione delle quote lasciate in bianco); 2) investire il 100 percento del ricavo netto in attività di natura assistenziale, sociale o culturale. Pertanto, le quote raccolte non possono essere destinate ad attività di culto, di catechesi o di sostentamento dei pastori. Forse il sostegno alla chiesa valdese è la maniera più sicura per fare in modo che la propria quota di otto per mille sia realmente ed interamente destinata a progetti di assistenza sociale, umanitaria e di beneficenza, a dispetto delle massicce e suadenti campagne di spot televisivi, che evidentemente non tutti possono permettersi. Se ritenete che la diffusione di queste informazioni possa contribuire ad un utilizzo critico delle quote dell'otto per mille, fate liberamente circolare questo messaggio.
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