a cura di
Serena Vitale
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Paola Lupo (1998)
Lo Specchio Incrinato. Storia e Immagine dell'Omosessualità Femminile
Venezia, Marsilio Editori
Paola Lupo, torinese, è stata insegnante di storia e di sociologia; ha collaborato ai "Quaderni Piacentini".
"Questo libro dibatte le ragioni della peculiarità e della scarsa rilevanza assunte dalla sessualità al femminile oltre che nella letteratura anche nel discorso etico, teologico e giuridico pure spesso così ridondanti nei confronti delle altre trasgressioni sessuali. E infatti che sia ritenuta cosa impossibile come nelle "Metamorfosi" di Ovidio, o grottesca come negli "Epigrammi" di Marziale o un peccato secondario prontamente graziato dalla Vergine come nei racconti medioevali, o talmente irrilevante da non impedire la 'santificazione' della colpevole come accade in un racconto del Settecento, l'omosessualità femminile sembra evocare risonanze emotive non semplicemente riconducibili alle affermazioni di principio dei discorsi normativi. L'esistenza di amori da cui gli uomini vengono esclusi appare una realtà che eccede i confini entro cui il discorso maschile definisce la sessualità umana, volta a riaffermare una concezione della donna quale specchio ed esaltazione di virilità.
Questa la posta in gioco anche nella condanna più recisa, quella espressa dal popolo della Rivoluzione francese nel feroce episodio che conclude il libro: il corpo decapitato e mutilato degli organi sessuali di Mme de Lamballe, trascinato per le vie di Parigi fin sotto le finestre della prigione di Maria Antonietta, è punizione per un rifiuto di strumentalizzazione e dipendenza e sarà il simbolo della donna ideale dell'Ottocento, senza potere e senza sessualità se non attraverso la mediazione di un uomo.
Sebbene infatti dal XIX secolo il discorso scientifico abbia sostituito quello religioso e l'omosessualità sia stata sottratta non solo alla categoria del peccato, ma anche a quella della patologia, pur tuttavia sull'argomento continuano ancora a persistere vecchie concezioni considerate immutabili, come dati di natura o costanti universali.
L'autrice pertanto, nel rilevare come tali concezioni, anacronisticamente applicate come categorie interpretative in riferimento ad epoche anteriori alla loro origine, abbiano precluso la reale comprensione delle testimonianze storiche, propone una diversa prospettiva di lettura delle immagini della sessualità al femminile".
Il libro della Lupo ci è piaciuto soprattutto per il suo carattere di controcultura, per la possibilità che ci offre di rileggere pagine arcinote della storia che ci hanno insegnato a scuola e scoprire tanti particolari che mancavano, tanti di quei dettagli, quelle sfumature che in genere si tacciono e si censurano.
Dopo un primo capitolo sulla Grecia arcaica, che risulta più difficile alla lettura a causa dell'impegno minuzioso dell'autrice per tratteggiare una figura di donna diversa da quella ateniese, il libro acquista un ritmo veloce e piacevolissimo, mentre scorre sul lesbismo nell'antica Roma, nel cristianesimo, nel Medio Evo, avvalendosi di testimonianze soprattutto letterarie. Gli ultimi capitoli hanno carattere quasi monografico, dedicati al 'peccato fra donne' nella predicazione cristiana, nella legge e nei processi per stregoneria, e illustrano con ricchezza di esempi il paradosso dell'omosessualità femminile, sempre sfuggente in un sistema di riferimenti tutti maschili, dove le donne esistono sessualmente solo in relazione all'uomo. La conclusione, col suo affresco rapido e brillante della corte di Francia immediatamente prima della Rivoluzione, ci lascia alla fine del libro con un'immagine suggestivamente violenta e - lo confessiamo - con la voglia che qualcuna (o qualcuno) ci racconti 'com'è andata a finire'.
Consigliamo Lo specchio incrinato a tutte e tutti, perché si tratta di una storia sociale - disciplina ancora pochissimo praticata in Italia - di ampio respiro, che racconta l'omosessualità femminile sempre inserendola rigorosamente in un quadro dettagliato di ogni società ed epoca. Grande attenzione è dedicata alla omosessualità maschile da una parte, e in generale alla posizione della donna nella società dall'altra. Un libro come questo potrebbe benissimo entrare nelle scuole, restituendo a studenti e studentesse omosessuali alcuni pezzi della nostra storia, e a tutti quanti un'immagine meno falsata del passato che ci chiedono di imparare per orientarci nel presente.
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