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Corriere della Sera
8 maggio 1999

Show tv condannato: 'istigò' delitto anti-gay

Ai familiari della vittima 45 miliardi.
Gli avvocati della Warner: rischio censura

di Alessandra Farkas,

New York - Un clamoroso verdetto emesso da una giuria popolare del Michigan rischia di mettere in pericolo l'invasione della privacy, sport tanto amato dagli americani, poiché protetto dal primo emendamento della costituzione Usa. Ieri, infatti, il 'Jenny Jones Show', uno dei più popolari talk-show della tv americana, è stato riconosciuto colpevole di 'negligenza' per l'omicidio di un suo ospite omosessuale Scott Amedure. Il ragazzo fu assassinato dal 28enne Jonathan Schmitz, poiché gli aveva rivelato in diretta tv la propria attrazione fisica. I produttori della trasmissione dovranno pagare 25 milioni di dollari (45 miliardi di lire) alla famiglia di Scott Amedure, il 32enne gay assassinato.

La responsabilità dell'omicidio, secondo la giuria di cinque donne e quattro uomini, non è però dell'omonima presentatrice Jenny Jones (esonerata da ogni responsabilità nel reato) ma della Time Warner Inc., produttrice e distributrice dello show. Sono stati i genitori di Amedure, il signor Frank e la signora Patricia, ad intentare una causa contro il colosso americano, accusandolo di aver adescato un pericoloso psicolabile nello spettacolo 'accoppia cuori solitari' con la promessa di fargli incontrare una donna. Infatti Schmitz, l'omicida, apprese proprio in quella trasmissione che la donna misteriosa che avrebbe dovuto rivelargli la sua passione, era in realtà un uomo, Scott Amedure. Durante il processo l'accusa ha mandato in onda più volte la puntata in cui Schmitz - un uomo con un passato di gravi disturbi mentali e depressioni - si copre il volto con le mani, rosso di vergogna, dopo aver ascoltato le fantasie sessuali di Amedure che lo riguardavano. Tutto questo portò Schmitz a commettere il folle gesto e a lavare l''umiliazione' col sangue. Tre giorni più tardi Schmitz acquista una pistola automatica, raggiunge Amedure e gli spara a bruciapelo due colpi nel petto. 'E' vero esiste la liberta' di parola - ha commentato il legale dell'accusa - ma mentire alla gente, fuorviarla e sfruttarla sono atteggiamenti non previsti dal primo emendamento della nostra costituzione'. Quando l'invasione della privacy uccide, insomma, la si può giudicare illegale, anzi criminale. Ma gli avvocati della Time Warner - che hanno già annunciato il ricorso - la pensano diversamente. 'I media e tutti quelli cui sta a cuore la libertà di parola debbono tremare - mette in guardia l'avvocato James Feeney - le implicazioni del verdetto vanno ben oltre il "Jones Show"'.


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