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Giuseppe Parini
(1729-1790)

Trascrizione di
Giovanni Dall'Orto

COMMENTO

Al di là del linguaggio un po' scurrile, questo sonetto è importante perché contrariamente a quanto affermano Foucault e i suoi seguaci, Parini mostra come nel XVIII secolo fosse perfettamente possibile concepire il sodomita come appartenente ad una tipologia umana con un "genio" cioè un gusto, ben definito, tale da fagli dire che "non inclina" alle donne, e che darebbe cento gonnelle per un calzone.
Il "sodomita" di Parini non preferisce una pratica sessuale a un'altra, bensì preferisce un sesso all'altro, in blocco.

Questo dato contrasta in pieno con le tesi oggi prevalenti in modo monopolistico nelle accademie, secondo cui la "creazione" dell'omosessuale come tipo umano portatore di una "tendenza" è opera dei medici del tardo Ottocento. Prima di allora c'erano solo (ancora usando le parole di Foucault) "recidivi" in un certo tipo di reato e di azione, e non "tipi umani" quale l'omosessuale oggi è.

Parini mostra al contrario come già nel secolo precedente si potesse avere già una concezione uguale alla nostra: il "buggerone" è tale, ed ha i suoi ridicoli gusti (il sonetto è scritto per far ridere alle spalle della bizzarria d'un tale che darebbe cento donne in cambio d'un solo uomo, anzi di "un lembo di calzone"), per via di un "genio", cioè di una preferenza individuale.

Incidentalmente si noti come questo uso arcaico del termine "genio" è sopravvissuto in italiano nell'espressione: "mi va a genio" cioè "mi piace", ed è perfettamente traducibile: infatti al "buggerone" di Parini "vanno a genio" gli uomini, esattamente come all'omosessuale di oggi "piacciono" gli uomini.

NOTE A MARGINE

Tarpeo = Rupe Tarpea (oggi Monte Caprino, a Roma).

"Tebro" = "Tevere".

"Buggerone" = "sodomita attivo".

"Culiseo" = Colosseo",

"Genio" = "preferenza di gusto".

Giuseppe Parini
(1729-1790)

Sonetto CLXXIII

Tratto da: Giuseppe Parini, Tutte le opere, Barbera, Firenze 1925. 

Dove presso il Tarpeo
vanta selva di corna il Tebro infame
e a le latine dame
corre a sciacquar le puzzolenti f<iche>
da c<azzi> reverenti scompisciate,
giunto in cospetto al Culiseo Romano
così cantava un buggeron Toscano:
Il mio genio è buggerone:
non inclina al sesso imbelle:
donerìa cento gonnelle
per un lembo di calzone:
il mio genio è buggerone.

Giuseppe Parini (1729-1790)

 



L'Archivio di Storia Gay e Lesbica è a cura di Giovanni Dall'Orto

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