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Pas d'oubli - Eleonora Duse (1858-1924) a Firenze

di Nerina Miletti

Eleonora Duse (1859-1924)

NOTE
1. pubblicato nel 1995. "Pas d'oubli: Eleonora Duse (1858-1924) a Firenze", in: Quir: mensile fiorentino di cultura e vita lesbica e gay, e non solo..., 17: 20-24. BIBLIOGRAFIA:Giovanni Pontiero, 1986. Eleonora Duse: In Life and Art. Frankfurt am Main: Lang.Cristina Nuzzi (a cura di), 1994. Eleonora Duse e Firenze. Catalogo della mostra tenuta alla palazzina Mangani, Fiesole (Firenze) 8 ottobre - 27 novembre 1994. Firenze: Firenze viva.

2. "Non c'è oblio nel mio cuore... Lei mi aveva allora abituata a una dolce intimità che era diventata per me una tenerezza rispettosa e profonda. Ahimè, perché oggi, perché Signora il mio cuore non può andare diretamente al suo?"

PER LE STRADE DI FIRENZE
Consultando lo stradario di Firenze, che ha circa 2000 entrate, se si eccettuano le strade dedicate a circa 50 tra beate, suore, ordini monastici, sante e madonne (ed anche Via delle Pinzochere e Via delle Belle Donne), ho trovato solo una quindicina di donne a cui è stata dedicata una strada: Anna Maria Enriquez Agnoletti (1907-1944, uccisa a Cercina dalle SS); Ida Baccini (1851-1911, scrittrice e direttrice di "Cordelia"); Cristina [Trivulzio] di Belgioioso (1808-1871, patriota); Vittoria Della Rovere (1622-1695, granduchessa di Toscana); Eleonora Duse; Eleonora Fonseca Pimentel (1752-1799, scrittrice e patriota); Caterina Franceschi Ferrucci (1803-1887, poetessa e scrittrice); Mafalda di Savoia (1902-1944, principessa d'Assia, morta a Buchenwald); Maria [Felicita] Malibran (1808-1836, cantante); Lucrezia Mazzanti (di Figline Valdarno, si annega nel 1529 per sfuggire alla violenza di Gianbattista da Recanati); Anna Maria Luisa Medici (1667-1743, lascia le collezioni medicee allo stato); Florence Nightingale (1823-1910, infermiera, che dichiarò di avere dormito e vissuto con contesse inglesi e contadine polacche e di aver suscitato le più grandi passioni nelle donne); Adelina Patti (1843-1919, cantante); Eleonora Ramirez De Montalvo (fondatrice delle Montalve); Luisa Sanfelice (1764-1800, patriota); Adelaide Ristori (1822-1906, attrice).

didascalia

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Pas d'oubli - Eleonora Duse (1858-1924) a Firenze

Tra le poche strade di Firenze dedicate ad una donna, spicca Viale Eleonora Duse, che incrocia viale Gabriele D'Annunzio ai piedi della collina di Settignano. 

Anche nella toponomastica cittadina vige dunque l'eterosessualità obbligata, perché se la logica è quella di collegare romanticamente gli amanti, allora molte delle traverse di viale Eleonora Duse dovrebbero invece avere il nome di una donna.

Alla Palazzina Mangani di Fiesole dall'8 ottobre al 27 novembre 1994, la mostra "Eleonora Duse e Firenze", priva di spiegazioni di alcun genere, consentiva solo a chi già "sapeva" di cercare (e trovare), nelle lettere inedite esposte, i riferimenti alle sue storie con le donne. Il catalogo è invece assai ricco di informazioni sulle sue vicende amorose, ed in particolare su quelle fiorentine.

Una giovanissima e splendida Sarah Bernhardt (1844-1923) in una foto di Nadar del 1860. (Archivio Brambilla).


Eleonora Duse nasce nel 1858 e presto comincia la sua carriera di attrice, incoraggiata anche dalla collega Giacinta Pezzana. Nel 1882 ha una figlia, Enrichetta, e nello stesso anno è folgorata dall'incontro con Sarah Bernhardt.
 
Nel 1888 abita a Firenze in Piazza Signoria 5, poi in Pza S. M. Novella 1, ed ha una storia con Arrigo Boito.
 

Ma a Firenze conosce Giulietta Gordigiani Mendelssohn, figlia del pittore, più giovane di lei di 13 anni, detta "la fiesolana", e corteggiata anche da D'Annunzio. 
Giulietta sposerà nel 1899 il banchiere e violinista barone Roberto von Mendelssohn, che avrà anche lui una storia con la Duse nel 1906. Ma Giulietta lo saprà solo dopo la morte di lui e comprensibilmente indignata, romperà ogni rapporto con Eleonora, anche se la difenderà sempre dal punto di vista artistico. In occasione di un, forse immeritato, insuccesso della Duse, scriverà che: "non si perdona a chi è hors ligne... Gli italiani come gusto non valgon meglio di que' 60 al Consiglio comunale che distruggono Firenze per fare delle ignobili case a cinque piani, delle orribili strade diritte e piazze quadrate".

Eleonora Duse (1859-1924) in una foto d'epoca. (Archivio Dall'Orto)

Nel 1894 la Duse frequenta Lawrence Alma Tadema (l'autrice di Songs of Womanhood che aveva adottato un nome maschile, ed "esibiva i modi e l'aspetto dell'altro sesso"), e che insieme a Giulietta, la accompagna in tournée nel Nord Europa. 
Nel 1895 conosce Gabriele D'Annunzio (che la tradirà anche con Lyane de Pougy e Romaine Brooks); la sua vita era evidentemente assai movimentata, perché nello stesso anno (il 1896) è a Pisa con Gabriele ed in Russia con Giulietta.

Si trasferisce a Firenze e mantiene D'Annunzio (che nel romanzo Il fuoco del 1900 rappresenta la Duse come "Foscarina", e Giulietta come "Donatella Arvale") nella villa della Capponcina.

L'anno successivo si stabilisce nel villino di Settignano detto "la Porziuncola", e nel 1902 recita nella Francesca da Rimini, con Emilia Vanini, "en travesti"; l'anno dopo va a Capri, e nel 1904 a Firenze frequenta Laura Orvieto.

Laura scrive sulla rivista Il Marzocco con lo pseudonimo di "Mrs. El", e fa parte del "Lyceum", importato a Firenze da miss Costance Smedley e patrocinato dalla contessa Beatrice Pandolfini. La Duse le manda messaggi, fiori e foto, e la chiama "Benozzo" perché somiglia agli angeli di Benozzo Gozzoli:

"Mando un soldo di violette a Benozzo, e vogliatemi bene... Cara Donna del Poggiolino, ieri mi fece tanto bene rivedere la donna che mi piace (tanto), ma l'uccelletto ieri quando entrai nella stanza aveva gli occhi inquieti, perché?... Vi aspetterò dunque domenica alla Porziuncola, non mi piace rivedervi in queste stanze d'Hotel che dan soggezione a 'l'uccelletto'... Ele".

Laura ricorda così la sua passione per la Duse:

"Io l'adoravo... ora tutto è finito. La liberazione è venuta... Il fascino è svanito: la luce, spenta... Ella venne alla mia casa, alta, bella, dolce, grande, con quel suo sorriso che pare rivelare l'infinito, e mi baciò. Ella mi baciò, e mi domandò se l'amore era cresciuto; perché l'amore deve crescere: e io risposi di sì, che era cresciuto, che le volevo tanto bene. L'Amelia era comparsa durante la conversazione, e tremava... da tutte le parti era stata attaccata, sprezzata, esiliata... Vile [Eleonora]!".

Infatti le attenzioni della Duse per Laura provocano la gelosia non solo del marito di questa ("Tu non la vedrai. O lei o io"), ma anche di Amelia Pincherle Rosselli (la nonna della poetessa), che abitava anche lei a Firenze, e che le scriveva:

"Quando tu hai ricevuto una lettera o una visita della Duse, mi odii,... sei tutta piena di lei... Ora tu mi odii anche più di prima, ma non fa niente. Io invece ti voglio bene... Sai che ho avuto la visita della mia 'amica'? Già, è venuta a trovarmi da Vallombrosa... Addio donnino biondo e carino, scrivimi, te ne prego".

Amelia si vergognerà di aver pianto in pubblico a causa della Duse, ed Eleonora, che doveva comunque partire per la Russia, se ne va, precisando a Laura: "Non chiedo più quello che già chiesi...".

Nello stesso periodo Eleonora scrive a Sarah Bernardt: "Pas d'oubli dans mon coeur... Vous m'aviez alors habitué á une douce intimité qui était devenue pour moi une tendresse respectuese et profonde. Hélas, pourquoi aujourd'hui, pourquoi Madame mon coer ne peut-il aller directement au votre?". (2)

Isadora Duncan


Il pittore Gordon Craig, (figlio dell'attrice Ellen Terry Craig, fratello di Edith Craig, e venuto a Firenze con Isadora Duncan) le prepara le scene per uno spettacolo, così nel 1907 Eleonora passeggia per Boboli con la celebre ballerina.

Nel 1908 la Duse compie 50 anni, e l'anno successivo lascia il teatro. Poi inizia la storia con Cordula Poletti (di Ravenna, poco più che ventenne, già fidanzata di Sibilla Aleramo), con cui abita per un po' prima a Firenze a villa Curonia e poi a Venezia. Eleonora e Cordula si sarebbero conosciute grazie alla femminista napoletana Alberta Alberti, che avrebbe avuto anche lei una relazione con la Duse.

Dopo due anni la relazione finì, deteriorandosi in attriti e recriminazioni, ma la Duse con alcuni minimizza: "Cordula Poletti è ritornata alla sua pineta perché qui si annoiava troppo" (in realtà Lina andrà a Roma, dove dal 1931 abiterà con la femminista Eugenia Rasponi, anche lei ravennate). Cordula lavorava ad una nuova versione della tragedia Ariadne, che forse alla Duse non piacque, mentre a Rilke (anche lui a Venezia) non piaceva proprio lei, Lina, ragazza poco più che ventenne, lesbica dichiarata ed ardente femminista. 
Questa è la velenosa descrizione che ne fa alla principessa Marie von Thurn und Taxis:

    È una giovane donna non senza talento, ma senza flessibilità nemmeno in quello, erudita perché apprende facilmente, di proposito, ma solo con uno scopo definito, con più energia che vocazione... Qualcosa è certo: la Duse ha sofferto moltissimo per causa sua e avrà bisogno di tempo per rimettersi da quella compagna"

E per rimettersi presto infatti la Duse si accompagnerà subito alla contessa Sophie Dreschel a Tegernsee.

Un'amica ricorda che nel 1913 "venne anche la spiacevole sorpresa di vederla, a Viareggio, dove aveva preso casa a Fosso dell'Abate, in apparenza molto legata all'orrenda Isadora Duncan: ... passeggiavano sul mare, ed Isadora ne guardava rapita ogni movimento e gesto". Nonostante ciò Isadora rimane incinta di uno scultore e la Duse ovviamente si arrabbia. Ma tant'è. Quell'anno lei e la cantante "diseuse" Yvette Guilbert progettano di andare in tournée negli USA insieme.

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La Duse fonda poi una "Casa delle attrici", che doveva essere un centro culturale con annessa biblioteca, e che però, inaugurata il 27 maggio 1914 a Roma (a villa Ricotti, sulla Nomentana), l'anno seguente era già chiusa. 
In quel periodo si accompagna a Maria Avogadro e a Désirée von Wertheimstein, formando uno strano trio. 
Già sulla sessantina, nel 1916 recita in Cenere, film muto tratto da una novella della Deledda, che fu un fiasco.

Nel 1917 commenta il "Congresso Nazionale delle Donne" al Teatro Argentina di Roma e disapprova le tattiche femministe che trova troppo aggressive, ma afferma che

    "le donne che oggi aspirano ad elevare il proprio ruolo nella famiglia e nella società, come molte donne hanno fatto nonostante innumerevoli lotte ed ostilità, .... non sono 'femministe': sono donne, donne reali, tutte le donne".

Eleonora ha ancora una vasta schiera di ammiratrici, peraltro ha sempre avuto molte amiche: le scrittrici Olga Ossani Lodi ("Febea"), Grazia Deledda, Sibilla Aleramo, Ada Negri, Matilde Serao (sua testimone di nozze nel 1881); e poi Laura Groppallo, Liliana de Bosis, duchessa di Palmella; la soprano Emma Calvé; Cecile Sorel; Mathilde Acton Gablenz; Olga Resnevich Signorelli; Emma Garzes; Antonietta Pisa; Maria Osti; la scultrice Etta Macy; la musicista Lucia Casale; Virginia Reiter; Maria Osti Giambruni ecc.

Ma anche il più esplicito dei suoi biografi, che ammette che tra le amiche della Duse "un certo numero erano lesbiche o bisessuali" e "molte non facevano mistero delle loro proclività mentre altre erano più discrete", sente il bisogno di aggiungere che "non ci sono prove certe per affermare o negare una relazione fisica tra la Duse e le sue amiche", anzi, a suo parere, tali rapporti erano "di tipo materno".

Dopo il fallimento della sua banca la Duse si trovò in gravi difficoltà economiche, e dovette ricominciare a recitare. Nel 1922 col tramite di D'Annunzio e di Margherita Sarfatti incontra Mussolini, poi va a Parigi con Yvette e si rivolge a Katherine Onslow: "poco è conosciuto di questa donna notevole, la cui presenza fu invalutabile per l'attrice, alla quale era completamente devota". Aristocratica, nubile, viaggiatrice, magra, con spessi occhiali, fa un grosso prestito alla Duse, ed insieme a Maria e Désirée l'accompagnerà nel tour degli Stati Uniti del 1923.

Eleonora Duse muore il 21 aprile 1924 a Pittsburgh, in seguito ad una polmonite presa per essersi bagnata sotto la pioggia, assistita anche dall'attrice e amica Enif Robert. 
Al suo capezzale, giorno e notte, anche Désirée e Maria, alle quali lascia i suoi beni. È sepolta nel cimitero di S. Anna ad Asolo.


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