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giugno 1999
Breve storia di un lupo
di buona volontà e di un preservativo

1992, Rosa Russo Jervolino è Ministra della Pubblica Istruzione, cattolica naturalmente. Silver, popolare fumettista 'papà' di Lupo Alberto disegna un opuscolo simpatico e maneggevole sulla prevenzione dell'AIDS, intitolato 'Come ti frego il virus', in cui Lupo e compagni spiegano con linguaggio facile ma chiaro cosa è l'AIDS, come si trasmette e cosa fare per non prenderlo. Insomma, Lupo Alberto ci racconta che bisogna usare il PRESERVATIVO e - scandalo!!! - ci mostra a fumetti anche come usarlo.
L'opuscolo avrebbe dovuto essere distribuito a camionate nelle scuole superiori, e si diceva anche che si sarebbero installati distributori automatici di preservativi nei bagni - ma ammetto che questa non è una notizia certa, magari è solo una leggenda metropolitana delle tante.
La Ministra insorse e bloccò la distribuzione del materiale, che era già stato stampato e dato in visione agli insegnanti (che è la via traversa per cui io e altra privilegiata prole di docenti abbiamo potuto leggerlo nonostante la censura).
Quello stesso anno lessi per la prima volta la Costituzione Italiana, e mi insegnarono che l'Italia è uno Stato aconfessionale (artt. 7,8) e che 'la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività' (art. 32). Mi sembrò che qualcosa non quadrasse con la storia di Lupo Alberto censurato per uso del preservativo, ma questo magari sarebbe un altro discorso.

1999, sette anni dopo. A parte che la Russo Jervolino è stata riciclata al Ministero degli Affari Interni, la sua collega alla Sanità è Rosi Bindi, anche lei cattolica. Ma, nonostante la dura posizione della Chiesa - tanto per cambiare -, il Ministero sembra essersi deciso a spendere il denaro pubblico in una campagna per la prevenzione un po' più efficace (in effetti, basterebbe che fosse meno ipocrita) delle recenti, quelle molto colorate, o quelle con tanti personaggi famosi, tutte rilevanti per le ammirevoli acrobazie con cui pretendevano di prevenire la diffusione dell'AIDS senza mai dire 'preservativo'.

È partita il 24 giugno la nuova campagna pubblicitaria, nel formato innovativo di mini serie di micro episodi, che stiamo guardando per voi. Nel manifesto della nuova campagna compare la parola proibita, il che ci sembra già un fantastico passo avanti. Finora, erano state le associazioni, coi pochi fondi solitamente a loro disposizione, a doversi fare carico dell'educazione al sesso sicuro. Che questa sia una svolta?
Staremo, attentamente, a vedere.

Serena Vitale
MondoQueer


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