MondoQueer
libri lesbici
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a cura di
Serena Vitale


Lo Specchio Incrinato. Storia e Immagine dell'Omosessualità Femminile
di Paola Lupo
Marsilio Editori

Un furgone
chiamato desiderio

di Marny Hall
Baldini e Castoldi

Il lesbismo per tutti
di Helen Eisenbach
Baldini e Castoldi

Raising Girls
di Susanna De Vries

Nadine Gordimer (1994)
Nessuno al mio fianco
[None to accompany me]

Milano, Giangiacomo Feltrinelli Editore, collana 'I Narratori', £28.000

Bocciata la Premio Nobel 1991, Nadine Gordimer. Sembra strano criticare una scrittrice che ha ricevuto un riconoscimento così importante, ma questa sua opera più recente, "Nessuno al mio fianco" non ci è piaciuta affatto.

La Gordimer racconta il suo Sud Africa, nella fase confusa e violenta della transizione, subito dopo la scarcerazione di Nelson Mandela, quando il movimento nero, divenuto ufficiale, comincia la politica di riconciliazione, fra rivendicazioni, memoria e contraddizioni. La protagonista della storia è Vera Stark, avvocata bianca di un centro legale che assiste gli squatters e gli sfollati neri nella loro lotta per la proprietà della terra contro i soprusi dei padroni bianchi. Fin qui, niente da dire.
L'affresco politico del Paese viene filtrato attraverso le vicende personali e le riflessioni di Vera; non sono tanto le battaglie politiche e legali, però, a essere raccontate, se non come sfondo alla vita sessuale dell'avvocata, come spunto per ricordi, domande, dubbi sulle relazioni che ha con gli uomini della sua storia: il primo marito, tradito e lasciato, il secondo marito, troppo devoto a lei, il giovane amante, e infine l'enigmatico Zeph Rapulana, leader nero che segna per lei la raggiunta serenità, un rapporto profondo e solido ma non sessuale con un uomo.
Questa impostazione già ci piaceva poco; Vera ci viene presentata come una donna indipendente e decisa, ma poi per nulla autonoma, nella misura in cui tutti i momenti importanti della sua storia appaiono scanditi da una presenza maschile, e sessuale. Come se una donna non potesse vivere senza riferire la propria esistenza a un pene. Uno qualsiasi.
Quando Vera scopre che sua figlia Annick è lesbica e vive felice con Lou, la sua compagna, le fa un discorso che, comprensivo e tollerante, rivela definitivamente tutti i limiti del personaggio, del racconto e - sospettiamo - dell'autrice. "Sì, amo gli uomini. - dice Vera a Annie - Voglio dire proprio questo: non capisco come si possa fare l'amore senza il pene. Non mi interessano tutti quei sottili sentimenti che provi con le tue carezze... quando accarezzi la tua compagna accarezzi in realtà te stessa, perché ti riproduci in lei, ed è esattamente questo che provi. Ma poi non conosci quella meravigliosa penetrazione, quella stupefacente sensazione del corpo di un uomo che si trasforma e che puoi ricevere dentro di te. Non puoi dirmi che ci sia qualcosa di simile, che esista qualcosa di paragonabile! Sì, il piacere, l'orgasmo, si può raggiungerlo anche tra due donne, dirai. Ma quando il pene è dentro di te, non è soltanto il piacere, significa non essere più sole, scaricare ogni peso da se stesse. Si diventa un'altra creatura" (p.130).
Naturalmente, questa potrebbe essere una semplice diversità di vedute, una dichiarazione legittima di amore eterosessuale (anche se...), se non fosse che la voce di Annie e Lou manca, così come la loro versione. I discorsi fra madre e figlia vengono sempre interrotti da improvvisi arrivi di altre persone e rimangono sospesi e vuoti; la storia d'amore fra le due donne è lontana - vivono anche in un'altra città - e silenziosa, e tale rimane anche dopo che adottano una bambina. E, in definitiva, l'omosessualità di Annie viene sempre insinuata come la reazione di una figlia arrabbiata con una madre troppo indipendente, una specie di concrezione dei sensi di colpa di Vera, che sente di essere stata una madre distratta; "Vera capì allora ciò che da molto tempo attendeva d'essere riconosciuto: era per causa sua se la figlia di Ben era diventata lesbica" (p.135).
Il libro è noioso, ma questo sarebbe il minimo; se siete contente di essere lesbiche, evitate accuratamente di leggerlo; se le vostre mamme ancora non sanno niente della vostra omosessualità, tenetelo rigorosamente lontano dalla loro portata, o dovrete combattere coi loro sensi di colpa per i prossimi anni.


Serena Vitale


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