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Pacs: rassegna stampa
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Omosessuali. Lo stato e i gay, parla il prete psicanalista francese Tony Anatrella
Non facciamone un ghetto
ma neanche un modello sociale

di GIOVANNA DE STEFANI

PARIGI - Padre Tony Anatrella, psicanalista e specialista in prichiatria sociale, autore di libri (l'ultimo apparso e' sul tema dell'omosessualita' e si intitola L'amour et le preservatif, edito da Flamarion), e' anche l'autore di una recente nota sul problema dell'omosessualita' redatta su richiesta della Conferenza episcopale francese.

Padre Anatrella, perche' questa richiesta da parte dei vescovi francesi? A quale necessita' precisa risponde?

"Il bisogno di riflettere e di chiarirsi le idee sull'omosessualita' e' evidente al giorno d'oggi. L'omosessualita' e' sempre piu' visibile e diventa causa di militanza. per questo la Conferenza dei vescovi francese mi ha chiesto di redigere un dossier nel quale esaminare la struttura del discorso sociale che si organizza a proposito dell'omosessualita', i problemi psichici e sociali che pone, e le rivendicazioni che mirano a legalizzare la relazione omosessuale".

Che cosa bisogna pensare del progetto di legge per "il contratto di unione sociale" che mira a dare uno statuto legale alla relazione omosessuale?

"Questo progetto di legge ignora le strutture psichiche della sessualita' umana e a partire da quale tipo di unione affettivo-sessuale la societa' puo' costruirsi e durare nella storia. Questa iniziativa e' talmente carica di conseguenze per la societa' - dal momento che tocca le sue radici antropologiche - da oltrepassare la competenza di una maggioranza parlamentare. La norma non puo' essere il prodotto dei desideri e delle rivendicazioni individuali e, magari, in contraddizione con il bene della societa'. Questo genere di leggi rischia di promuovere un mostro giuridico che aggiungera' incoerenza alla confusione attuale. D'altra parte l'omosessualita' non e' una alternativa all'eterosessualita' e non c'e' uguaglianza psichica tra un orientamento e l'altro. Non e' possibile fondare un legame a partire da una tendenza sessuale parziale come l'omosessualita'. Con questo progetto di legge, il matrimonio rischia insomma di apparire non piu' come l'espressione sociale privilegiata dell'alleanza di un uomo e di una donna ma come una semplice alternativa ad altre forme d'associazione che sarebbero di ugual valore. Siamo gia' nella confusione di unioni che non si fanno fattori di legami sociali: la libera convivenza, la relazione monoparentale, la famiglia scomposta, ricomposta, la relazione omosessuale, il transessualismo.... Sono altrettanti comportamenti o modi di funzionamento che non sono della stessa natura. Non hanno lo stesso senso psicologico e sociale e non hanno lo stesso valore morale. La societa' e' eterosessuale e riconoscerlo non implica nessuna discriminazione verso nessuno. del resto l'omosessualita' e' sempre esistita ma senza creare diritti sociali o pubblici: e' la persona che e' soggetta di diritti e di doveri. Ma la posta in gioco piu' grave e' vedere lo Stato rinunciare a essere il garante e il produttore della relazione matrimoniale riconoscendo ugual valore a tutte le forme d'associazione affettiva. Questa progressiva dissocializzazione della vita affettivo-sessuale e' destrutturante e demoralizzante per gli individui che non sanno piu' come ricollegarsi alla societa': le nostre societa' hanno abbandonato ogni politica della famiglia".

Quali consigli puo' dare a un prete che deve affrontare il problema di un fedele omosessuale, che vive male la sua omosessualita'? Come assicurare a questo fedele un'accoglienza, un aiuto, un sostegno?

"La domanda mi permette di sottolineare la differenza di trattamento di fronte alla volonta' militante d'erigere a modello sociale l'omosessualita' e la situazione particolare di una persona che vive con delle tendenze omosessuali. Questa, evidentemente, ha tutto il suo posto in seno alla comunita' ecclesiale e la relazione pastorale avra' la preoccupazione di ricordarlo e di esprimerlo. Nel clima attuale di rivendicazioni e di propagande, ci dimentichiamo che parecchie persone, sovente vivono male le loro tendenze omosessuali. Il prete, pur avendo un'attitudine di accoglienza deve avere la preoccupazione di aiutare la persona a realizzarsi affettivamente e ad approfondire la sua vita cristiana. C'e' d superare la ghettizzazione, evitando ad un certo tempo d'essere compiacenti".

In caso di un omosessuale adolescente di cui la famiglia non comprende la situazione e non sa che fare cosa puo' consigliare il sacerdote?

"Bisogna fare attenzione a non interpretare tutte le situazioni troppo rapidamente e con lo stesso schema. L'adolescente cosi' come il giovane
adulto, puo' attraversare talora un periodo di ambivalenza sessuale e porsi profondi interrogativi su se tesso, sulla sua identita'. Puo' essere attirato da persone dello stesso sesso senza che per questo sia gia' organizzata attorno all'omosessualita'. E' per questo che occorre essere prudenti quando gli adolescenti si presentano come omosessuali: e' meglio incoraggiarli a proseguire una riflessione su se stessi. Mi e' capitato talora di incontrare adolescenti che si definivano omosessuali e che mi chiedevano un consiglio. Dopo diversi incontri nel corso dei quali avevano potuto affrontare diversi problemi affettivi rispetto alla loro famiglia, finivano per riconsiderare la propria posizione. ma in ogni caso bisogna vegliare nella misura del possibile, affinche' non ci sia rottura e rifiuto tra genitori e figli".


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