Yugoslavia
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marzo 1999 aprile 1999
Link utili: Gruppo per i diritti delle lesbiche in Serbia
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Yugoslavia, marzo 1999 Attivisti serbi e americani si incontrano on-line Washington - Dusan Maljkovic, 23 anni, uno studente ed attivista per i diritti umani di Belgrado, ha dichiarato che l'attacco della NATO al suo paese è "pazzesco", e John Aravosis, 35 anni, consulente Internet ed attivista per i diritti umani di Washington, sostiene invece l'intervento delle truppe NATO. I due si sono conosciuti la settimana scorsa, quando le bombe cadevano già attorno alla casa di Maljkovic, scambiandosi i loro punti di vista on-line. Maljkovic fa parte del comitato esecutivo di "Campagna contro l'Omofobia", una organizzazione che si batte per i diritti civili di lesbiche e gay e che tenta di raccogliere prove di discriminazioni e violazioni dei diritti umani in Yugoslavia, mentre Aravosis è il responsabile di un sito su Matthew Shepard (www.wiredstrategies.com/shepard.html), e si occupa del caso di un militare americano congedato per essere omosessuale. Maljkovic ha confermato che la situazione per lesbiche e gay nel paese non è facile, "la gente può perdere il lavoro se viene scoperta, anche se di solito viene indicato un altro motivo" ha dichiarato, " e recentemente un uomo malato di Aids è morto davanti a un ospedale soltanto perché il personale dell'ambulanza si è rifiutato di intervenire [...] e ad un bimbo sieropositivo di 7 anni è stato impedito di seguire le lezioni in una scuola di Belgrado a causa delle proteste dei genitori degli altri alunni". Qualcosa quindi è scattato nella mente di Aravosis "dopo che Dusan mi ha parlato di quel bimbo buttato fuori da scuola per essere sieropositivo, ho incontrato la mamma di Ryan White, un ragazzo morto di Aids nel 1990 all'età di 18 anni, dopo essere stato cacciato di scuola, proprio come quel bimbo di Belgrado. La coincidenza mi ha fatto stare male". Questo non è però bastato, Aravosis è ancora un convinto sostenitore della guerra, anche se avere conosciuto Maljkovic ha cambiato i suoi sentimenti, "sostengo ancora l'utilità di bombardare fino a quando le persone del Kosovo saranno libere" ha concluso Aravosis "ma ora non sono solo preoccupato per le nostre truppe, lo sono anche per Dusan. Internet ha dato al mio nemico un volto umano". (Fonte: GayToday)
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