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proposta di legge 5865
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Proposta di legge
n.5865

Proposta di legge
n.2551


RASSEGNA
STAMPA:L'Espresso
30 settembre '99

Il Cardinal Tonini
più papista del Papa

ANSA
16 settembre '99
Discriminazione sessuale:
Arcigay, Card.Tonini la alimenta

La Repubblica
13 settembre '99

Sesso, mai più discriminati

La Repubblica
13 settembre '99

"Una sfida per imparare cosa è la tolleranza"
Il ministro Laura Balbo: siamo impreparati alle diversità


COMUNICATI
STAMPA

AGeDO
Legge anti-discriminazione verso gli omosessuali

Arcigay
22 settembre 1999

Insabbiata la legge antidiscriminazione: uno schiaffo ai diritti degli omosessuali

CODS
Cittadini Liberi di Amare
Mai più discriminati

CODS
Ennesimo attacco di ''Avvenire'' alla legge antidiscriminatoria e ai diritti civili delle persone omosessuali

Arcigay Urano di Verona ci ha mandato questo delirante articolo apparso su "Verona Fedele" che pubblichiamo invitandovi alla mobilitazione. In fondo all'articolo trovate l'indirizzo per spedire due righe di protesta al giornale.


Verona Fedele - Settimanale cattolico d'informazione
Domenica 26 settembre 1999

I gusti sessuali non si proteggono per legge

di Bruno Fasani

Il Parlamento europeo ha disposto che ogni Stato membro della Comunità provveda perché si prevenga qualsiasi forma di discriminazione tra i cittadini, che potesse insorgere a causa della diversità di sesso, religione, cultura o altro. Proposito nobile di grande civiltà. A dire il vero la Costituzione italiana, con qualche anno di anticipo, qualcosa nel merito l'aveva già detto. L'articolo 3 recita testualmente: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana". Più chiaro di così si muore. Poteva essere l'occasione buona per far conoscere la Costituzione agli studenti, cominciando, proprio dalla scuola, quella pedagogia delle coscienze che tanto può incidere nella formazione del cittadino. Magari inserendo questi testi nei libri di storia, al posto delle pagine dedicate al governo D'Alema, come ci tocca di vedere per la prima volta nella storia della Repubblica. Nemmeno il potente e "diabolico" Andreotti, a suo tempo, osò o poté tanto. Oppure si poteva partire con una campagna di sensibilizzazione, lanciando uno spot pubblicitario sullo stile di quello che si trova sui tralicci: chi tocca i fili muore! Per dire, parafrasando, che d'ora in poi chi oserà far l'arrogante con le categorie più deboli andrà incontro a guai seri. Per guai seri non s'intende ovviamente la prigione. Più che galera, lavori socialmente utili rigorosamente gratis. E per le teste più calde, decotto di malva, secondo l'antica convinzione che attribuisce a questa bevanda proprietà rinfrescanti. Con questo rigore nel pretendere rispetto si includerebbero tutte le categorie socialmente deboli, magari coinvolgendo i bambini non ancora nati e i tanti anziani mal serviti e peggio sopportati, senza escludere immigrati ed handicappati. Se poi si volesse essere modernamente femministi, si potrebbe pensare anche alla tutela di quelle povere ragazze, esposte in Tv o alle mostre del cinema, alla maniera del bestiame durante la fiera di Erbezzo.
E invece, al posto di tatto questo, in Italia che si fa? La solita Commissione Affari Costituzionali decide che bisogna fare una legge. Già, una legge. Una delle migliaia, a gettito continuo, come le pisciate dei cani. Si sa che le leggi da sole non bastano a formare le coscienze, soprattutto se la Giustizia rimette in circolazione, riveriti e serviti, coloro che si son presi lo scomodo di violarle. Ma tant'è. Se legge dev'essere, legge sia! E cosi si decide di mettere a codice il riconoscimento degli orientamenti sessuali. Che, in tempi da supermercato, sono diventati tanti come le qualità della pasta: eterosessuali, bisessuali, omosessuali, transessuali... D'ora in poi saranno catalogati e tutelati per legge come il gallo cedrone e la negritella. Parafrasando un vecchio slogan: come natura crea, Stato conserva. Ci sarebbe da sorridere se i problemi che si aprono non facessero rizzare qualche capello. Per essere più chiari bisognerà ricordare la differenza tra orientamento e comportamento. Giusto per spiegarci, possiamo immaginare queste realtà come un percorso, che partendo dalla parte più intima della persona, l'orientamento appunto, cerca di approdare ai comportamenti. E' in questo cammino che le spinte istintuali, non sempre e non necessariamente positive, possono essere guidate, illuminate, e rettificate dalla libertà, dalla volontà, ma anche dalla pedagogia, dalla medicina e dalla morale stessa. Se passerà questo progetto, d'ora in poi nessuno potrà interferire in questo cammino, che la legge vuole cristallizzare nel suo momento di partenza, come un diritto intoccabile e immutabile. Sarà vietato anche solo azzardare giudizi morali o parlare di patologie, perché il rispetto non sarà per la persona, ma per il suo orientamento. Anzi, a questo punto, anche i pedofili potrebbero chiedere di aver riconosciuto il loro. Povera Italia!
Questo vorrà dire che alcune patologie cesseranno d'essere tali e certi comportamenti finiranno d'essere moralmente disordinati? La legge ci impedirà di dirlo, ma nessuna legge potrà impedire agli italiani e a tutta la gente di buon senso di pensarlo. In realtà, questa strategia legislativa segna un ulteriore attacco alla famiglia nella sua tradizione eterosessuale. Infatti, chi d'ora in poi potrà negare l'applicazione del diritto familiare a coloro ai quali il codice riconosce giuridicamente la tutela dell'orientamento? Certamente ci troviamo di fronte ad una sfida epocale, che richiederebbe maggiore protagonismo e visibilità da parte del mondo cattolico, anche perché, in questo progetto sono coinvolte forze politiche, come i Popolari, che dicono di ispirarsi all'orizzonte evangelico. E' vero che, in questi giorni, il cardinal Ruini, a nome della Cei, ha parlato con molta chiarezza, ma l'impressione è che l'anello debole si manifesti nel momento della ricaduta divulgativa, quello che raggiunge i paesi e parrocchie. Troppe cose da fare, troppa distrazione e forse troppa impreparazione culturale. E probabilmente anche un po' di paura a giocarsi la faccia perché, a pensare per i fatti propri, ci si ripara il sedere, evitando di far la suocera ai politici, come accusa qualcuno. Se il lamento dei cattolici non si accompagna al coraggio e all'audacia della denuncia, finisce per assomigliare al moralismo arroccato e sterile delle "vacche di Basan", come il profeta Amos chiama gli uomini del tempio e della legge, impigriti e indolenti nella loro tranquillità.

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