Como '99
clicca sul logo per tornare alla prima pagina |
|
|
17 maggio 1999 Il comunicato stampa di AGEDO, l'Associazione di Genitori Omosessuali La risposta del Circolo Koiné alla lettera apparsa su La Provincia del 6 maggio '99 15 aprile 1999
rassegna stampa La provincia Il Corriere La provincia La provincia Il Corriere La provincia La provincia Il Corriere Il Corriere
|
Il Corriere lunedì 10 maggio 1999 Clamoroso episodio di intolleranza venerdì sera nei locali di via Odescalchi. Sale la tensione in attesa della manifestazione del 22 maggio Pugni e minacce contro la marcia gay Uomo distinto di mezza età aggredisce un responsabile dell'Arcigay. Indagini della Digos (a.d.c.) Un'aggressione intimidatoria ai gay a suon di pugni e pesanti minacce, in vista dell'annunciata manifestazione nazionale di domonica 22 maggio a Como. Assalto in piena regola, quello subito da uno dei responsabili dell'Arcigay comasca "Koinè", Marco Caporali. Venerdì sera, intorno alle 18.30, un uomo di mezza età, distinto e ben vestito, si è introdotto nei locali della Lega italiana perla lotta all'aids di Como, che ospitano anche la sede dell'Arcigay e Arcilesbica, e a seguito di una serie di "avvertimenti" ha sferrato un pugno in faccia al malcapitato Caporali, unica persona presente all'interno dei locali di via Odescalchi 19.
La Provincia Un sedicente "gruppo di padri di famiglia" vorrebbe impedire il corteo del 22 Aggredito militante di Arcigay Irruzione nella sede della Lila - Pugno in faccia e minacce (p. be.) Un pugno in faccia e un avvertimento: "Fermatevi finché siete in tempo, se non volete che vi si faccia un servizietto". Li ha ricevuti venerdì scorso un militante di Arcigay, l'associazione che ha organizzato per il 22 maggio a Como un corteo nazionale per le unioni civili. L'episodio è avvenuto verso le 18.30, quando uno sconosciuto si è introdotto nella sede della Lila in via Odescalchi, che ospita anche il sodalizio omosessuale. A quell'ora era rimasto un solo volontario, Marco Caporali, iscritto ad entrambe le associazioni. Secondo la sua testimonianza l'uomo, un distinto e ben vestito signore di mezza età, si sarebbe presentato come il portavoce di "un gruppo di padri di famiglia". Sabato il fatto è stato denunciato alla DIGOS e, successivamente, una delegazione di Arcigay ha incontrato il questore, Oronzo Scoletta, per chiedere alla polizia "di garantire le piene condizioni di agibilità nell'organizzare la manifestazione del 22maggio". "Il violento atto intimidatorio denuncia il direttivo del circolo omosessuale in un comunicato stampa diffuso ieri - è il degno epilogo di una serie di minacce pervenute ai telefoni della nostra associazione nei giorni scorsi. Chiediamo il "diritto di amare" con i mezzi e i modi che l'educazione alla democrazia ci ha trasmesso. Segno che, per fortuna, non tutti i padri di famiglia sono uguali". Ieri ha preso posizione sull'accaduto, con un comunicato inviato all'Ansa, anche il presidente nazionale di Arcigay, Sergio Lo Giudice. "Chiediamo a tutte le forze politiche e sociali - afferma - di aiutarci a rompere il muro di ostilità che si sta creando attorno ad un evento pacifico che ha come obiettivo quello di chiedere al Parlamento di riconoscere le relazioni di amore e solidarietà". Il tema verrà dibattuto giovedì 13 alle 21, alla Circoscrizione 7 di via Collegio dei dottori, in una tavola rotonda aperta "alle forze democratiche e a tutta la cittadinanza".
|
|
|