Como '99
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17 maggio 1999 Il comunicato stampa di AGEDO, l'Associazione di Genitori Omosessuali La risposta del Circolo Koiné alla lettera apparsa su La Provincia del 6 maggio '99 15 aprile 1999
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Minacce ed intimidazioni alla vigilia della manifestazione sulle unioni civili A pochi giorni dalla manifestazioni per le unioni civili, che si svolgerà a Como il 22 maggio prossimo, il clima si surriscalda e le polemiche montano, a tal punto che si è arrivati, dopo ripetute minacce telefoniche, all'aggressione fisica verso un rappresentante dell'Arcigay di Como. Marco Caporali è stato oggetto di una vile aggressione mentre si trovava da solo all'interno dei locali dell'associazione comasca, da parte di un uomo di mezza età che qualificandosi come appartenente a un sedicente "gruppo di padri di famiglia", gli ha sferrato un pugno in faccia, minacciando di ripresentarsi nel caso non fosse stata annullata la manifestazione sulle unioni civili. E non bisogna andare a cercare molto lontano i responsabili morali di simili violenze, quando il vescovo di Como, Alessandro Maggiolini, sebbene scriva che "gli omosessuali hanno pieno diritto di essere rispettati", aggiunga subito dopo che "sarebbe come disprezzare uno perché è guercio, zoppo o gobbo" e che "è impresa disperata il voler negare che vi sia qualcosina che funziona male". Non si può allora non pensare alle parole pronunciate dal Rabbino di Londra, Jonathan Sacks, che commentando l'attentato del 30 aprile alla comunità omosessuale di Soho, ha dichiarato che "ancora una volta esseri umani sono uccisi per chi sono e per quello che sono. Questi attentati non sono soltanto attacchi a pacifiche comunità, sono attacchi alla nostra umanità e diversità. Ci ricordano l'odio che sopravvive ancora in certe minoranze... Siamo a fianco della gente di Brixton, di Brick Lane e di Soho, pronti a lottare perché tutte le persone vivano senza paura, sapendo che una società che non riesce a vivere con le diversità, non può vivere affatto". Come ci ha ricordato sergio Lo Giudice, presidente di Arcigay, "quando, in una società democratica, avviene la compressione di un diritto di alcuni, è la libertà di tutti a subire una menomazione. Perché quel formidabile gioco di relazioni che chiamiamo democrazia, non ammette al suo interno zone grigie che non rendano più opaca l'intera struttura". Di fronte ad un'Europa che si spinge sempre più avanti nella tutela delle persone omosessuali e nella lotta ad ogni tipo di discriminazione nei loro confronti, dobbiamo ancora una volta constatare quanto l'atmosfera nel nostro paese sia difficile. Ad un mese dal trentesimo anniversario della rivolta di Stonewall, alla comunità omosessuale italiana non solo sono negati certi diritti basilari riconosciuti anche dalla dichiarazione Universale sui Diritti Umani, ma è ancora vittima di violenze ed intimidazioni inaccettabili. E' adesso ancora più urgente partecipare numerosi alla manifestazione del prossimo 22 maggio per dare un segnale forte al paese e alla sua classe politica, che non può più sottrarsi ai suoi impegni nei nostri confronti e nei confronti delle direttive chiare del Parlamento Europeo, ormai in fase di approvazione negli altri paesi europei.
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