Pacs: rassegna stampa
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La Repubblica - 1 Febbraio 1999
Marcia della destra per boicottare il piano Jospin: di Giampiero Martinotti PARIGI - Erano centomila, venuti da tutta la Francia per manifestare contro il Pacs, il progetto di legge che riconosce le coppie di fatto e in particolare quelle omosessuali. Vecchi e giovani, questi ultimi molto numerosi, hanno sfilato al suono della musica techno e in un clima festoso nei quartieri borghesi della capitale. Indetta da un folto gruppo di parlamentari conservatori, la manifestazione è stata sostenuta da tutte le organizzazioni religiose: cattolici, protestanti, ebrei e musulmani hanno trovato un terreno comune nella protesta contro un provvedimento bollato come un "matrimonio bis", come un tentativo di scardinare la famiglia. Un corteo allegro e colorato, nettamente collocato a destra (fra i dimostranti c'erano anche Bruno Me'gret, capo degli scissionisti del Fronte Nazionale, e due luogotenenti di Jean-Marie Le Pen). La dimostrazione rappresenta un avvertimento per il governo Jospin, è l'ennesimo segnale di una Francia che tende a ripiegarsi su se stessa, a rispondere alle sfide del domani rifugiandosi nelle sue tradizioni. Il Pacs, insomma, è stato oggetto e pretesto della mobilitazione. Il progetto di legge, presentato dai socialisti e sostenuto dal governo, è già passato in prima lettura all'Assemblea Nazionale, ma l'approvazione definitiva è attesa solo in autunno: Lionel Jospin, di fronte alle passioni suscitate dal provvedimento, ha deciso in dicembre di rallentarne l'iter. E gli oppositori hanno approfittato di questa breccia per far pressione sul governo. Le cifre sulla partecipazione sono contraddittorie: 98.271 persone secondo il ministro dell'Interno, Jean-Pierre Cheve'nement, quasi il doppio secondo alcuni organizzatori. Il successo degli anti-Pacs rivela soprattutto il malessere profondo che attraversa la società francese. Il paese ha molte difficoltà ad adattarsi ai cambiamenti economici o a contrastarli. In generale li subisce passivamente. A differenza di quel che avviene in altri paesi, però, la cellula famigliare non riesce più a svolgere la sua tradizionale funzione di scudo protettore. La famiglia invocata ieri a gran voce dai 100 mila partecipanti è in piena crisi: il 45,6 per cento delle coppie divorziano e questa cifra supera il 50 per cento nella capitale. Il Pacs - che in fondo avrebbe dovuto essere solo uno strumento per riconoscere alcuni diritti agli omosessuali - ha così cristallizzato su di sé la protesta di una parte della società, destabilizzata sia sul piano socio-economico sia su quello individuale.
Corriere della Sera - 1 febbraio 1999 Parigi: manifestazione anti-Pacs, PARIGI - Imbacuccati per proteggersi dal gelo, al ritmo di un'ex canzone mito dei gay e poi inno dei mondiali di calcio, 'I will survive' di Gloria Gaynor, la 'generazione anti-Pacs' francese ha sfilato ieri in alcuni quartieri eleganti di Parigi, con i rappresentanti delle quattro religioni accanto a molti esponenti di destra, ma anche al fianco di famiglie al completo e giovani studenti. L'obiettivo di tutti: no al Pacs, il patto civile di solidarietà che prevede fra l'altro il cosiddetto 'matrimonio gay', che la sinistra di governo sta facendo passare a fatica in Parlamento. Non erano 200.000 come ci si attendeva, ma 100.000 secondo la prefettura e 98.000 (cioé meno rispetto alle cifre ufficiali) secondo gli organizzatori. Questo perché il collettivo 'generazione anti-Pacs' ha varato un nuovo sistema infallibile di conteggio video che consente di evitare il tira e molla abituale sulle cifre dei partecipanti. Giunti in pullman da tutta la Francia rispondendo all'appello di 125 deputati della destra, i manifestanti hanno dato vita ad un corteo a ritmo di musica e di slogan ricalcati su quelli del mondiale di calcio. Fra l'Alma e il Trocadero, quartieri residenziali che raramente vedono sfilare manifestanti, si sono radunate le decine di associazioni religiose - cattoliche, protestanti, ebraiche e musulmane - e quelle laiche che hanno voluto questa iniziativa 'apolitica'. Valori familiari, salvaguardia della tradizione, no alle coppie omosessuali, i temi principali del corteo: colorato, come da istruzioni, di arancione. Al centro dell'attenzione, invece, Christine Boutin, la deputata che il primo ministro Jospin fece scoppiare in lacrime durante una seduta proprio sul Pacs, definendola marginale su questi temi'. E' lei la principale animatrice del movimento anti-Pacs.
In centomila contro la legge sugli sposi gay PARIGI - Imbacuccati per proteggersi dal gelo, al ritmo di una ex canzone mito dei gay e poi inno dei mondiali di calcio, "I will survive" di Gloria Gaynor, la "generazione anti-Pacs" francese ha sfilato ieri in alcuni quartieri eleganti di Parigi, con i rappresentanti delle quattro religioni accanto a molti esponenti di destra, ma anche al fianco di famiglie al completo e studenti. L'obiettivo di tutti: no al Pacs, il patto civile di solidarietà che prevede fra l'altro il cosiddetto "matrimonio gay", che la sinistra di governo sta facendo passare a fatica in parlamento. Non erano 200.000 come ci si attendeva, ma 100.000 secondo la prefettura e 98.000 secondo gli organizzatori: cioé meno rispetto alle cifre ufficiali, cosa che avviene per la prima volta in assoluto. Questo perché il collettivo "generazione anti-Pacs" ha varato un nuovo sistema infallibile di conteggio video che evita il tira e molla abituale sulle cifre dei partecipanti.
Francia unioni di fatto di Lea Penouel I manifestanti che hanno partecipato domenica scorsa al corteo nella strade di Parigi contro il Patto di solidarietà civile, un testo di legge che apporta una risposta simbolica, giuridica e finanziarie alle coppie di fatto (siano sia eterosessuali o omosessuali) rappresentano la frangia più reazionaria della società oppure assistiamo a una grossa ondata di conservatorismo che, passo dopo passo, si sta infiltrando in una nazione come la Francia? Questa è' la questione a cui alcuni osservatori vorrebbero rispondere. |
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