Pacs: rassegna stampa
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La Repubblica - 9 ottobre 1998
Parigi, interrotto il dibattito sul progetto legislativo che prevede il riconoscimento delle coppie conviventi di GIACOMO LESO PARIGI - I gay non si sposano, e nemmeno si pacsano. Almeno per ora. Il dibattito sul Pacs, il Patto di Solidarietà che dovrebbe garantire in Francia uguali diritti alle coppie conviventi, senza discriminazione di sesso, si è concluso dopo poche battute all'Assemblea Nazionale, dove i deputati, prima ancora di iniziare, hanno votato sulla "irricevibilità del testo". Secondo una procedura parlamentare che permette di dichiarare un testo "irrecivibile" prima ancora di discuterlo, a sorpresa l'opposizione di destra ha ottenuto, per un solo voto, il rifiuto del progetto di legge, sferrando un duro colpo al governo di sinistra di Lionel Jospin. L'opposizione, minoritaria all'Assemblea Nazionale, è riuscita a far votare "l'irrecivibilità" perché il numero dei deputati della maggioranza di sinistra non erano sufficienti in aula in quel momento. Il ministro francese della giustizia, Elisabeth Guigou, ha subito annunciato che il governo spera che il Pacs torni in Parlamento "il più presto possibile". È passato molto tempo da quando si è iniziato a parlare di unioni civili magari anche fra persone dello stesso sesso. Ma ancora una volta l'Assemblea Nazionale, la camera dei deputati francese, ha interrotto la discussione del Pacs, un progetto di legge sul Patto Civile di Solidarietà da cui arriva il neologismo inventato dai francesi "pacser" e quindi tutti i suoi derivati, una parola dal facile gioco ma che, contrariamente alle aspettative, difficile da passare malgrado il voto favorevole della rosea maggioranza di governo (304 voti a sinistra, contro 257 a destra). Con l'approvazione di questa legge la Francia si proponeva come il primo paese al mondo a dare riconoscimento giuridico e tutela legale, sociale e fiscale alle coppie di fatto senza distinzione di sesso. La rivendicazione sociale che sta alla base di questa evoluzione della legislazione francese, che oltre che nel codice civile finirebbe in tutti i libri di diritto e di storia, parte negli anni 80, con il diffondersi dell'epidemia di Aids nella comunità omosessuale. Coppie distrutte e separate dalla malattia. Impossibilità per l'amante di visitare l'amato morente all'ospedale. Impossibilità di passargli la copertura sanitaria quando non è più in grado di lavorare. Nessun diritto sul trasferimento del contratto di affitto nel caso di morte del partner a cui era intestato. Problemi generali che la stampa si premura di spiegare raccontando storie vere. Un gay sbattuto sulla strada dopo la morte di Aids del compagno, un altro in partenza per il servizio militare che non può chiedere di essere dispensato per assistere il compagno malato terminale. Altri esempi. La società prende coscienza. La politica provvede a registrare il passo. Oggi è pronta la legge. Ma questa lotta sostenuta dalle associazioni omosessuali in realtà porterebbe profitto anche alle coppie etero. Il Pacs infatti consentirà anche a una coppia eterosessuale non sposata di recarsi in un ufficio pubblico (è stata scelta la prefettura per marcare la differenza con il matrimonio) e chiedere a un pubblico ufficiale di iscrivere su un registro l'unione uscendo così dall'inesistenza della coppia di fatto e dall'inconsistenza delle troppo ridotte leggi sul "concubinage" (le "coppie di fatto" ma solo eterosessuali francesi). Un patto che risponderebbe ad alcune esigenze e concederebbe alcuni diritti, oltre che riconoscimento sociale. Quali diritti ce lo spiega signora di origini italiane (arriva da Torino ed è figlia di Angelo Tasca uno dei fondatori del Pci) Catherine Tasca, 57 anni, socialista, presidente della Commissione legislativa, che presenta il progetto all'Assemblea Nazionale: "Dopo un certo periodo dalla sottoscrizione del Pacs la coppia otterrà dei diritti. Nel caso di morte di uno dei partner l'altro potrà chiedere di subentrare nel contratto d'affitto della casa e non può essere sfrattato. Potrà ricevere l'eredità accedendo ad alcuni vantaggi fiscali. La coppia potrà presentare una dichiarazione dei redditi unica e beneficiare della reversibilità della pensione. Se uno dei due è straniero dopo due anni di convivenza riceverà il permesso di soggiorno. Se poi la storia non funziona, la coppia ritorna dal pubblico ufficiale che regista che è finita. Il Pacs non concede gli stessi diritti del matrimonio, ma è un primo passo". E poi Madame Tasca vede nella legge anche qualcosa di più di quello che rappresenta in termini di facilitazioni: "È un'evoluzione. Il riconoscimento sociale dell'esistenza di queste unioni. Non solo come delle situazioni di fatto, ma come delle situazioni di diritto. E poi, visto che fra queste unioni ci sono anche quelle omosessuali, la legge diventa ancora più significativa. Sebbene in un certo ambiente la tolleranza nei confronti dell'omosessualità sia la regola, questa non è che tolleranza. Con questo testo è anche la vita degli omosessuali a essere riconosciuta. È comunque da notare che non c'è stato un approccio di categoria, non si crea un'eccezione per gli omosessuali, si crea un quadro giuridico che li integra allo stesso titolo che altre coppie eterosessuali che non hanno intenzione di sposarsi ma chiedono il riconoscimento della loro unione".
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