Pacs: rassegna stampa
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1 febbraio 1999 Testate Varie La Repubblica Avvenire Avvenire La Repubblica La Repubblica La Repubblica |
L'Unità 10 novembre 1998 Convivenze, destra francese sulle barricate A far paura la legittimazione delle coppie gay. di Gianni Marsili Parigi. "Jospin e' nella palude e il Pacs sara' il suo Vietnam!". Il visconte Philippe de Villiers - padre di sette figli e leader della "destraestrema", che non e' l'estrema destra - gongolava di soddisfazione sabato pomeriggio mentre sfilava per il boulevard Montparnasse con tutta la destra "familista" francese. Esagerava (forse). Ma certo che questa del pacs (patto civile di solidarieta') e' la prima vera buccia di banana capitata sotto i piedi di Lionel Jospin dal giugno del 1997. Il primo ministro ci era gia' scivolato sopra il 9 ottobre scorso. Quel giorno l'Assemblea nazionale avrebbe dovuto avviare la discussione su questo nuovo statuto diconvivenza, originariamente previsto per regolare in qualche modo le convivenze omosessuali e poi allargato alle coppie etero o non sessu ali. Era stato lo stesso partito socialista a promuovere il progetto di legge. E proprio le assenze dai banchi socialisti avevano provocato un primo rigetto da parte del parlamento. Alcuni deputati socialisti l'avevano ammesso a mezza bocca:"Non posso giustificare una cosa simile davanti ai miei elettori": Pare che nelle campagne di Francia le coppie gay non godano di troppa popolarita'. Il Pacs venne cosi' impallinato proprio al momento del decollo. Ecco dunque il governo costretto agli esami di riparazione. Erano cominciati il 3 novembre e avrebbero dovuto concludersi ieri sulla base di un nuovo testo. Ma l'ostruzione praticata dall'opposizione di destra - discorsi di cinque ore e una valanga di emendamenti - ha dato i suoi frutti. Laurent Fabius, presidente dell'Assemblea, ha dovuto sospendere i lavori e aggiornarli a fine mese. Se tutto va bene, il Pacs sara' approvato prima di Natale. Se tutto va bene, perche' nei ranghi della sinistra ci sono ancora i riottosi, malgrado gli appelli alla disciplina che vengono dal governo e dal partito. Il vizio originario della proposta di legge - ormai lo riconoscono tutti - e' stato quello di non chiamare le cose con il loro nome. Non avendo il coraggio di ingaggiare una battaglia parlamentare in nome dei diritti degli omosessuali il Ps ha annegato il Pacs in una indistinta costellazione normativa. Intanto ha tolto carattere "sessuale" al concubinaggio allargandolo a "sorelle, fratelli, due vedove, due agricoltori, una persona handicappata e il suo vicino valido..." caos legislativo garantito. In secondo luogo ha introdotto facilitazioni fiscali (il diritto di fare una sola dichiarazione dei redditi per esempio): i Pacs "bianchi", si e' obiettato, sarebbero sorti come funghi. In altre parole, si e' finito per concedere gli stessi diritti a coloro che non vogliono contrarre matrimonio (gli eterosessuali concubini) e a coloro che non possono farlo (gli omosessuali). Senza tener conto del fatto che gia' oggi i concubini dichiarati godono di alcuni vantaggi, soprattutto in termini fiscali e di diritti di successione. I socialisti cercavano insomma il minor rischio politico possibile. Aiutare gli omosessuali, ma senza dirlo apertamente. Il risultato e' stato la proposta di un confusissimo statuto a meta' strada tra concubinaggio e matrimonio, del quale nessuno avvertiva veramente la necessita'. Non esiste, nel paese, un "movimento dei L'opinione pubblica - oltre a non capirci un granche' - appare mobilitata ma soltanto a destra. Quella di sinistra guarda perplessa il pasticcio parlamentare. ma la maggioranza andra' avanti, oramai non puo' tirarsi indietro. La maratona sugli emendamenti (in trenta ore di dibattito non si e' riusciti ad approvare nemmeno il primo articolo su 12) riprendera' tra un paio di settimane. il governo dice che si tratta di un lavoro "di arricchimento e miglioramento". L'opposizione incalza e chiede ironica: ma colui che contrarra' il Pacs, sara' scapolo o ammogliato?
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