Articolo da "Il Borghese" 27 novembre 1958La copertina del numerio su cui apparve questo articolo riporta una caricatura, opera di Leo Longanesi, d'un essere androgino: o una lesbica mascolina o un uomo effeminato. Il colore verde è forse allusione in codice all'omosessualità (cfr. i "balletti verdi"). (Foto archivio G. Brambilla).
(1) L'allusione è allo "scandalo Montesi", che ebbe carattere politico ed (etero)sessuale, ma nessuna connotazione omosessuale. N.d.R. Nota: la mia trascrizione non è dal manoscritto originale ma dalla fotocopia di un'opera a stampa regalatami priva di indicazioni bibliografiche... |
Il BORGHESE, 27 Novembre 1958, pp. 854-855Il sottosegretario e la giovane guardiaSecondo quanto hanno riferito da Londra alcuni corrispondenti, l'arresto del Sottosegretario al Foreign Office sorpreso nei pressi di Buckingham Palace in compagnia di un giovane soldato della Guardia della Regina, si verificò in circostanze umoristiche. Infatti, i poliziotti che scoprirono la coppia nel parco dietro la Reggia, in un primo tempo, data l'oscurità, ritennero di avere a che fare con una donnina allegra intenta a soddisfare i desideri di un cliente ritardatario. Ansiosi di " bloccare " la professionista in atteggiamento tale da renderle impossibile ogni difesa dinanzi al Magistrato, i poliziotti si lanciarono di corsa verso le due ombre, e caddero lunghi distesi: avevano incespicato nel colbacco della giovane Guardia, che era stato depositato sul terreno per comodità. Ora, questo colbacco abbandonato sul prato per amore di un Sottosegretario al Foreign Office, è veramente il simbolo dell'episodio di cui oggi discute tutta l'Inghilterra. E ciò perché, negli ultimi tempi, i reati sessuali, comprese le "deviazioni", son divenuti argomento di discussione quotidiano per il Parlamento e per i giornali inglesi. "Di tutte le aberrazioni", scrisse De Gourmont, "la più singolare è forse la castità". Ebbene, l'Inghilterra d'oggi sta facendo il possibile per adeguarsi a questo celebre motto. Circa un anno fa, la stampa di tutto il mondo sì occupò a lungo del celebre "rapporto Wolfenden" sulla possibilità di convivenza tra la vita pubblica e i vizi privati, redatto per conto del Departmental Committee for Homosexual Offences and Prostitution, e presentato al Parlamento britannico. Il rapporto sosteneva l'opportunità di abolire le disposizioni legislative in vigore contro i colpevoli di reati omosessuali, e conteneva dati statistici molto precisi al riguardo. Il "comitato Wolfenden" venne nominato, nel 1956, in seguito alle polemiche provocate dal libro di un omosessuale, Peter Wildeblood, che nel 1954 era stato condannato per il ruolo ricoperto in un episodio molto scabroso. In questo libro, il Wildeblood scrisse addirittura: "Ci sono migliaia di uomini in queste condizioni, ai quali la legge proibisce di cercare uno sfogo sessuale, anche tra loro. Per l'omosessuale, questo è ingiusto. Egli non desidera sedurre bambini, non soltanto perché lo considera fondamentalmente immorale, ma perché non ne sente alcun bisogno. È difficile che avvicini adulti normali, perché sa che essi anche se attraenti per lui, non vorranno avere nulla a che fare con un omosessuale... Le parole del "deviazionista" dichiarato Wildeblood trovarono poi autorevolissimo appoggio in alcune dichiarazioni dell'Arcivescovo di Canterbury, pubblicate nelle Canterbury Diocesan Notes. L'Arcivescovo ricordò infatti che "esiste un sacro regno dell'intimità per ogni uomo e ogni donna, dove essi prendono le loro decisioni e fanno la loro scelta, creano il loro carattere e dirigono i loro desideri, un regno con tutti i diritti e tutte le libertà, compresa, nella provvidenza del Signore, la libertà di dannarsi, nella quale la legge, generalmente parlando, non deve intervenire... Anche i saggi e bene intenzionati compilatori delle leggi devono impedirsi di invadere con le armi del codice penale questa regione dei diritti e dei torti privati, della moralità e dell'immoralità; perché è molto facile intervenire a sproposito e defraudare gli uomini della propria libertà dì scelta". Insomma, chi in nome della necessità di difendere i bambini dai possibili adescatori, chi in nome della libertà, i sostenitori della "tesi Wolfenden" furono molti, e autorevoli. Fra costoro, anche il Sottosegretario al Foreign Office arrestato la sera del 19: evidentemente il parlamentare si trovava, meglio di tanti altri, nella posizione più adatta per valutare l'opportunità di escludere certe "deviazioni" dai rigori della legge. Tutto ciò non rappresenta per il pubblico inglese una novità. Nel 1908 l'anarchico Edward Carpenter pubblicò a Londra un libro (The Intermediate Sex ) in cui sosteneva la necessità di richiamare francamente la simpatia del pubblico sugli omosessuali. "Sono ridicole", scriveva questo anarchico che aveva scelto un particolare terreno per le sue lotte contro l'ordine costituito, "le spiegazioni scientifiche della psicopatia e dell'anormalità. L'omosessuale è normalissimo; le sue leggi dell'amore sono uguali a quelle degli altri". Il Sottosegretario al Foreign Office è un conservatore, e non un anarchico; ma evidentemente, dalla cintola in giù, le opinioni politiche e morali si confondono. E ciò spiega come mai, in una buia serata londinese, due agenti di polizia abbiano finito per inciampare in un colbacco, abbandonato nel prato alle spalle di Buckingham Palace. Noi riteniamo, tuttavia, che per il pubblico italiano, più ancora del reato compiuto dal Sottosegretario dalla giovane Guardia, sia difficile comprendere il comportamento delle autorità britanniche. Innanzi tutto, i due agenti da una parte, e il colpevole dall'altra. Ve lo immaginate voi (ragioniamo per assurdo, si capisce) un personaggio politico nostrano che si lascia sorprendere a quel modo, e che non reagisce tirando in ballo tutti i suoi titoli? E vi immaginate, al tempo stesso, gli agenti che, vistisi sbandierare sotto il naso i documenti dell'autorevole personaggio, insistono ancora nell'arrestarlo, a rischio di guai? Non parliamo poi di quanto è avvenuto al Commissariato e, subito dopo, nella sezione rionale del Tribunale ove, secondo gli usi britannici, si giudicano queste cose. Da noi, il solo dubbio, rivelatosi poi infondato, che Wilma Montesi (1) avesse avuto rapporti con Piero Piccioni, spinse un Questore come Polito a dichiarare che la ragazza era morta di pediluvio: tesi tanto assurda, da provocare l'effetto contrario, svegliando la curiosità di tutti i giornali. Sir Jan Douglas Harvey, se avesse avuto la fortuna di nascere italiano e di far carriera politica sotto il nostro clima, a quest'ora non sarebbe costretto a meditare sulla fine della sua attività pubblica, e sulla prossima, inevitabile condanna. Essendo inglese, deve invece rassegnarsi, visto che il suo partito ancora non ha trionfato. A questo punto noi già vediamo qualche lettore storcere il naso, e accusarci di voler trarre spunto perfino dalle "deviazioni" sessuali altrui per lamentarci di quanto avviene in Italia. Sir Jan Douglas Harvey, una volta, avrebbe avuto una sola via d'uscita, dopo lo scandalo di cui è stato protagonista: il suicidio. Carlo Cusani |
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L'Archivio di Storia Gay e Lesbica è a cura di Giovanni Dall'Orto Tutti gli articoli qui pubblicati appaiono per gentile concessione degli autori. |
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