MQ

Anonimo - Dubbi Amorosi - Altri dubbi amorosi [sec. XVI].

Il testo da cui è stata operata la scelta è quello messo online sia dalla Antologia frammentaria della letteratura italiana sia, con un'attribuzione all'Aretino (infondata, ma che ha sempre aiutato a vendere le copie a stampa del libro) dal Progetto Manuzio.

Scelta e commento di Giovanni Dall'Orto

COMMENTO

Variamente attribuiti variamente a Pietro Aretino o a Niccolò Franco (ma c'è perfino da chiedersi che siano tutti della stessa mano), questi divertentissimi Dubbi anonimi, a cui fanno seguito Altri dubbi, sono una parodia in versi dei "dubbi" o resolutiones, (problemi giuridici e filosofici, con soluzione) dell'epoca, applicata a questioni grossolanamente sessuali.

La tesi di chi li scrisse è che la sessualità è sempre buona, in tutte le forme, e in tal senso scioglie tutti i dubbi proposti, compresi quelli di tipo omosessuale.

Oggi quasi nessuno legge più le resolutiones antiche, quindi va perduto l'aspetto di satira e di parodia di queste poesiole. Ma anche così esse restano un documento interessante perché mostrano che la storia antica non è stata fatta tutta (come si pretende oggi) dal Potere e dalla sua morale sessuale: accanto a quella ufficiale è infatti sempre esistita una contro-morale che di tanto in tanto (come in questo caso) è riuscita ad arrivare alla superficie e a lasciare traccia di sé.

Non è comunque inutile ricordare che poco dopo la creazione di quest'operina si scatenò la Controriforma e il controllo soffocante della stampa: la contro-morale era andata "troppo in là". Né va dimenticato che uno dei due scrittori a cui i Dubbi sono attribuiti, Niccolò Franco, morì impiccato per diffamazione.

Ieri come oggi, il Potere non scherzava con chi non si allineava, ma ciò non è bastato a soffocare la contro-morale: sparita dalla letteratura italiana per due secoli per via della censura, essa riappare più forte che mai alla vigilia della Rivoluzione francese.

NOTE

Ecco una parafrasi dei versi:

Dubbi

9: Un marchigiano [e in quanto tale dedito agli uomini, NdR] che aveva giurato di non toccare più donna, fece sesso con una che pareva vestita da uomo. Spergiurò?
Risposta: poiché gli era sembrata un maschio, non spergiurò.

19: Un maestro miope, sentito dire che la sodomia migliora la vista, sodomizzò una prostituta. È un sodomita?
No, perché lo fece per necessità.

26: Un frate, volendo provare come gli altri a sodomizzare, poco esperto, ferì all'ano al ragazzo. Fece peccato?
No, perché lo fece senza volerlo, solo per negligenza.

Altri dubbi

2: Un gesuita copulando con una suora per errore sbagliò orifizio. È sodomita?
No, poiché lo fece per ignoranza [sottinteso: dato che i gesuiti non sono abituati ai rapporti con le donne];

8: Colpito da stitichezza un poveraccio come estremo rimedio si fece sodomizzare. Ha peccato?
No, perché la morte volontaria è proibita, ed anzi il poverino meritò di restare in vita;

14: fra Astolfo eiaculava fra le natiche dei novizi, facendo cadere lo sperma per terra. Peccò forse di sodomia?
No, non può essere detto sodomita, perché si limitava a sfregarlo attorno all'orlo.

15: frate Alberto per vincere l'ozio padre di vizi masturbava, nel caldo di luglio, i novizi. Fece bene o male?
Poiché l'ozio fa nascere tentazioni, fece bene a masturbarli, e se li avesse anche fottuti avrebbe fatto ancora meglio;

16: Un frate nel farlo da dietro con una monaca sbagliò orifizio. Peccò contro natura?
Per esser tale il peccato deve essere volontario, perciò il frate non peccò se lo fece senza intenzione;

17: Pippo confessò, pentito, di avere sodomizzato un ebreo cane, ma il confessore non volle assolverlo. Il peccato rimane?
I giuristi e i testi canonici aiutano Pippo chiedendogli perché non lo avesse sfondato per vendicare le morte di Cristo.

Anonimo

Dubbi Amorosi - Altri dubbi amorosi [sec. XVI]


Dubbio IX

Un Marchigiano perfido, che avea
giurato di non mai chiavar più donna,
vide Antonia Fornara, che tenea
più viso di calzar braghe che gonna,
e la chiavò, com'egli far solea,
con la testa appoggiata a una colonna.
Vorrei saper, sarà costui sicuro
non esser accusato di spergiuro?

Risoluzione IX

Nelle ventidue cause chiaramente,
alla question succeda il caso oscuro.
Al capo terzo Dixi, fuor si sente
e il canone lo mostra chiaro e puro,
ove chi creda far diversamente
esser non dee punito di spergiuro,
perché parveli maschio e non commesse
spergiuro alcun, sebben colei fottesse.


Dubbio XIX

Un pedante, mezz'orbo, non vedea
a legger la lezione agli scolari,
e perché da diversi inteso avea
ch'il cul rende la vista e gli occhi chiari,
andò a trovare un dì madonna Astea
e dielle un libro e due giuli in danari
e 'n cul le pose il cazzo e 'n potta il dito.
Utrum poss'io chiamarlo sodomito?

Risoluzione XIX

Nei decreti, alla prima distinzione
di codesta materia ov'è la chiave,
al titol detto de consecratione,
nel capitolo sicut degno e grave,
ove in tutto e per tutto si depone
che la necessità legge non have;
talché il pover pedante fu costretto
per la vista passar per loco stretto.


Dubbio XXVI

Frate Cipolla gran predicatore
veggendo gli altri frati a buggerare,
trovato un fraticel si mise in core
voler un tal secreto anch'ei provare;
ma ben presto alla prima fece errore
spingendo il cazzo in su senza bagnare,
onde fe' di quel cul un melgranato.
Utrum se per provar fece peccato?

Risoluzione XXVI

I gran sommisti tengon tutti quanti
e con quelli i casisti di coscienza
che dei peccati se ne trovin tanti,
che bisogno non han di penitenza;
perché dove il voler non si fa innanti,
s'attribuisce tutto a negligenza.
Onde senza voler fe' il frate il tutto;
non fu peccato già fottere il putto.


ALTRI DUBBI AMOROSI

Dubbio II

Fotteva a potta ritta suor Lucia
un gesuita, a tal mestier non uso,
e nel cacciarlo dentro fallò il buso.
Fu sacrilegio ovver fu sodomia?

Risoluzione II

Il povero ignorante gesuita,
che sol per ignoranza fallò il buso,
sacrilego non fu, ma per escuso
si dee tener, nemmen fu sodomita.


Dubbio VIII

Non potendo cacare un disperato,
perch'altro non potea, si fe' cacciare
un cazzo in culo e si fe' buggerare.
Utrum per non morir fece peccato?

Risoluzione VIII

La morte volontaria è proibita,
sicché ben fece a farsi buggerare
il poverin, che stava per crepare,
e molto meritò a campar la vita.

Dubbio XIV

Fra Astolfo per mandar la sojaccia
il cazzo al cul dei fraticin fregava,
onde per terra il seme gli cascava.
Utrum peccasse in re de sodomia?

Risoluzione XIV

Fra Astolfo non si può dir sodomito
perché non dentro il cul, ma sol di fuori
il suo cazzo fregava intorno agli ori;
non deve già per questo esser punito.

Dubbio XV

Nei gran caldi di luglio frate Alberto,
per schivar l'ozio e tutti gli altri vizi,
menava il cazzo a tutti i suoi novizi.
Fu questa opra profana ovver di merto?

Risoluzione XV

Perché nell'ozio regna tentazione,
per questo se menò il cazzo ai puti
fe' ben, e se li avesse anco fottuti,
stata sarebbe più eroica azione.

Dubbio XVI

Un frate Zoccolante, per ventura
fottendo a potta dietro un'abadessa,
gliel cacciò in cul credendo foss'in fessa.
Ditemi se peccò contro natura?

Risoluzione XVI

Non est peccatum, se non volontario:
perciò il frate fottendo l'abadessa
contro natura azion non ha commessa,
se 'l cacciò non volendo in tafanario.


Dubbio XVII

D'aver in cul fottuto un Giudeo cane
s'accusò Pippo con gran contrizione:
negolli il confessor l'assoluzione.
Utrum se ancora il peccato rimane?

Risoluzione XVII

Bartolo si rivolge incontro al tristo,
capitale sexto, e i deretali ancora,
perché sfondato non l'avesse allora
per vendicare la morte di Cristo.



L'Archivio di Storia Gay e Lesbica è a cura di Giovanni Dall'Orto

Tutti gli articoli qui pubblicati appaiono per gentile concessione degli autori.
© dei singoli autori e di MondoQueer.