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Benedetto Varchi
(1503-1565)
"Ad Iolam"
Trascrizione di
Giovanni Dall'Orto
Sui versi d'amore di Cicerone per Tirone vedi l'Epistolario (Epistularum libri) di Plinio "il giovane", VII 4, 4-6.
Jacopo Bonfadio (1500-1550), umanista e storico, fu condannato a morte per sodomia a Genova nel 1550 e giustiziato. Si pensa oggi che le autorità abbiano approfittato di un suo "tallone di Achille" per punirlo, su pressione di potenti famiglie di cui aveva parlato in modo non troppo lunsinghiero nei suoi Annales
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Benedetto Varchi (1503-1565)
"Ad Iolam"
Da: Carmina quinque hetruscorum poetarum, Giunti, Firenze 1562, pp. 141-142.
AD EUNDEM [scil.: AD IOLAM]
- Quid petet a puero caste dilectus amato
castus amans, si non oscula casta petet?
Quidve dabit casto caste dilectus amanti
ille puer, si non oscula casta dabit?
Basia divino pulcherrime Phaedre Platoni
casta dabas, casto quot dabat ille tibi.
An non, & Cicero Romanae gloria linguae,
Tyronis celebrat suavia casta sui?
Tu quoque caste puer tantorum exempla sequutus,
accipe Amatori basia, daque tuo.
Accipe, daque tuo castissima basia amanti.
Dedecet in sancto vilis amore pudor.
A IOLA
- Cosa chiederà castamente al ragazzo amato il diletto
casto amante, se non chiederà casti baci?
O che darà castamente al casto amante
quel diletto ragazzo, se non gli darà casti baci?
O bellissimo Fedro, tu al divino Platone baci
casti davi, quali egli dava a te, casto.
Forse che pure Cicerone, gloria della lingua latina,
non celebra i baci casti del suo Tirone?
Tu pure casto ragazzo seguendo tali esempi
accetta i baci, e danne al tuo amante.
Accetta, e da' al tuo amante castissimi baci:
non sta bene in un santo amore un vile pudore.
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