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rapporto Africa
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30 settembre 1999
Kenia: Continuano gli attacchi a lesbiche e gay in Africa

29 settembre 1999
Uganda: Sondaggio rivelerebbe che l'84% della popolazione è contro l'omosessualità

27 settembre 1999
Uganda: cresce l'omofobia e il presidente ordina l'arresto dei gay

8 settembre 1999
Sud Africa: In vista l'abbassamento dell'età del consenso

1 settembre 1999
Sud Africa: La sindaca di Pretoria inaugura il "settembre rosa" del gay pride

10 agosto 1999
Conferenza internazionale su HIV/AIDS in Etiopia

luglio 1999
Incoraggiare l'allattamento

20 luglio 1999
Si deteriora la situazione dei diritti umani in Namibia

14 luglio 1999
Sud Africa: niente sangue gay

5 luglio 1999
Sud Africa: manifestazione contro gli Stati Uniti d'America

24 giugno 1999
Namibia: sentenza storica, accordata la residenza a lesbica tedesca

13 giugno 1999
Sud Africa: lesbiche e gay attivi contro l'Aids

4 giugno 1999
Lesbica tedesca in lotta per risiedere in Namibia

19 aprile 1999
Viceministro chiede la criminalizzazione dell'omosessualità in Namibia

12 aprile 1999
L'omosessualità irrompe nella campagna elettorale sudafricana

15 gennaio 1999
Partito Lesbigay alle elezioni sudafricane

15 gennaio 1999
La Norvegia nel mirino dello Zambia

2 dicembre 1998
Canaan Banana incontra Nelson Mandela

27 novembre 1998
Mandato di arresto per Canaan Banana

27 novembre 1998
Protesta dello Zambia contro la Norvegia

6 novembre 1998
Fuorilegge gli omosessuali in Namibia

30 ottobre 1998
Crescono gli orfani in Africa a causa dell'AIDS

16 ottobre 1998
Nuove speranze in Africa

9 ottobre 1998
Altro passo avanti in Sud Africa

8 ottobre 1998
Via libera ai gay e alle lesbiche per il Consiglio Mondiale delle Chiese

7 ottobre 1998
Ex ministro dello Zambia sostiene i diritti degli omosessuali

26 settembre 1998
Celebrato il Pride Africano in Sud Africa

26 settembre 1998
A Johannesburg la prossima Conferenza mondiale ILGA

22 settembre 1998
Omosessuali in Zimbabwe

22 settembre 1998
Giro di vite contro gli omosessuali in Zambia

18 settembre 1998
I Gay in Zambia sfidano il governo manifestando

8 settembre 1998
Il nuovo Sud Africa

2 settembre 1998
No alle organizzazioni omosessuali in Zambia

29 agosto 1998
Contestato Mugabe in Sud Africa

22 agosto 1998
Cresce il clima di intolleranza in Africa

14 agosto 1998
Difficoltà finanziarie per l'unica organizzazione gay dello Zimbabwe

28 luglio 1998
Minacce presidenziali in Uganda

30 dicembre 1998
Sieropositiva picchiata a morte in Sud Africa

Johannesburg. Il New York Times ha riportato che una volontaria che lavorava ad un programma per sensibilizzare i sudafricani a non discriminare le persone sieropositive è stata aggredita e pestata a morte la settimana scorsa da alcuni vicini che l’avevano precedentemente accusata di gettare vergogna sulla loro comunità parlando apertamente della propria sieropositività.
Gugu Dlamini, 36 anni, che lavorava come volontaria per la “National Association of People Living With HIV/AIDS”, aveva reso pubblica la propria sieropositività il 1 dicembre, giornata mondiale per la lotta all’AIDS ed aveva rilasciato numerose interviste in lingua Zulu alla radio ed alla televisione, e per questo aveva ricevuto numerose e ripetute minacce da parte di alcuni vicini nel suo quartiere di KwaMashu, alla periferia di Durban, che l’avevano accusata di screditare la comunità.
Nella notte della sua morte, Dlamini aveva chiamato più volte la polizia dopo avere ricevuto minacce sempre più violente, ed in seguito un gruppo di persone aveva assalito la sua casa e l’aveva trascinata fuori in strada, dove è stata picchiata selvaggiamente con bastoni e pietre; Dlamini è morta poco dopo il suo arrivo in ospedale.
Anche Prudence Mabele, la prima donna nera sudafricana a rendere pubblica la propria sieropositività nel 1994, ha dichiarato di avere ricevuto numerose minacce e di essere stata costretta a cambiare residenza.

Il Sud Africa, che secondo le ultime stime conta circa tre milioni di persone sieropositive, è la nazione dove l’epidemia cresce con maggiore forza, e la provincia di KwaZulu-Natal, dove Dlamini viveva, è la più colpita, con 1 adulto su 3 HIV positivo.


15 dicembre 1998
Banana agli arresti domiciliari in Zimbabwe

Harare. L’ex presidente dello Zimbabwe Canaan Banana, fuggito in Botswana e quindi in Sud Africa dopo essere stato trovato colpevole di 11 capi d’accusa per sodomia e molestie sessuali, si è arreso alle autorita del suo paese al confine col Sud Africa martedi 15 dicembre, ed è stato condotto nella capitale Harare sotto custodia della polizia dello Zimbabwe, per essere quindi messo agli arresti domiciliari in attesa della conclusione del processo il 23 dicembre prossimo.

Banana ha dichiarato ai giornalisti di essere fuggito all’estero per fuggire alle persecuzioni politiche ed alle minacce di morte e perche era in possesso di informazioni pericolose che voleva discutere con altri leader africani suoi amici, compreso Nelson Mandela, non specificando comunque che tipo di informazioni.

Il ritorno di Banana sembra sia stato deciso durante i colloqui avvenuti durante il fine settimana tra il presidente dello Zimbabwe Robert Mugabe e Nelson Mandela, ed alcuni osservatori concordano nel ritenere che probabilmente è stata promessa una pena lieve o addirittura una grazia del presidente Mugabe.


8 dicembre 1998
Manifestazione in Zimbabwe

Harare, Zimbabwe. La straordinaria dichiarazione pubblica resa martedì dall’Associazione di Gay e Lesbiche dello Zimbabwe (GALZ) è stata decisa per commemorare il 50º anniversario della Dichiarazione Universale sui Diritti Umani delle Nazioni Unite.

Un piccolo gruppo di una dozzina di membri dell’associazione ha marciato dietro ad uno striscione con la scritta “Fuori e orgogliosi in Zimbabwe”, sfidando il divieto della polizia a qualsiasi manifestazione pubblica riguardante l’omosessualità e chiedendo con forza la fine della politica di intimidazioni e repressione da parte del governo.
“Dubito che camminare qualche isolato con uno striscione possa cambiare veramente le cose” ha dichiarato Keit Goddard, direttore di GALZ “Ma la gente si sta facendo coraggio. Non gli importa più essere etichettati come gay”.
La manifestazione è avvenuta in occasione della presenza di oltre 4000 delegati di 332 chiese nazionali in oltre 100 paesi per l’ottava assemblea del Consiglio Mondiale delle Chiese che si sta svolgendo nella capitale Harare.

Nonostante all’organizzazione di Gay e Lesbiche dello Zimbabwe (GALZ) non sia stato accordato il diritto di intervenire durante i lavori dell’assemblea, gli è stato concesso uno spazio dove potere esporre del materiale, e questo è bastato per creare tensioni con la componente ortodossa del Consiglio, i cui delegati hanno boicottato la cerimonia d’apertura.

Mugabe, che nel suo discorso di apertura ha ignorato completamente i manifestanti del Galz, aveva attaccato duramente gli omosessuali appena la settimana scorsa durante la sua visita in Vaticano, dichiarando alla televisione vaticana che “Dio non ci ha creato in questo modo e questa e una cosa che ci ripugna in Africa. Ma anche là ci sono persone che dicono che i gay devono essere accettati. Preghiamo perché la chiesa cattolica ci aiuti”.

Il segretario generale del Consiglio Mondiale delle Chiese, Konrad Raiser, ha comunque dichiarato che l’omosessualità dovrebbe essere discussa in una delle conferenze previste prima della fine dell’assemblea il 14 dicembre, aggiungendo pero’ che non e prevista nessuna risoluzione formale.

(Fonte: Reuters)

Nella foto: il presidente dello Zimbabwe Robert Mugabe

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