Rapporto Africa
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Etiopia, 10 agosto 1999
Conferenza Internazionale su HIV/AIDS Addis Abeba ospiterà la prima conferenza internazionale su HIV/AIDS, dal 7 al 10 novembre pv. La conferenza è stata convocata a causa dell'espandersi del virus in Africa, soprattutto in Etiopia. I partecipanti alla conferenza includono persone contagiate bambini orfani a causa del virus, prostitute, gruppi religiosi ed esperti scientifici mondiali. Secondo la Direttrice Esecutiva della Conferenza, Elleni Gebreamlak West , " l'obiettivo di questa conferenza è di introdurre cambiamenti nei comportanti, soprattutto nei bambini in età scolare e le persone sieropositive così come nel pubblico in generale". "Abbiamo guadagnato una quantità immensa di informazioni negli ultimi due decenni", ha dichiarato il dott. Seyoum Ayehunie , coordinatore scientifico del progetto. Etiopia, Nigeria e Sud Africa sono tre paesi sub - sahariani che raggiungono, messi insieme, una percentuale di diffusione dell'infezione pari a circa il 25% di quella globale. L'Etiopia da sola produce circa il 9% delle infezioni che si registrano al mondo. L'epidemia è inoltre responsabile del gran numero di orfani nel continente. L'epidemia va aumentando, diffondendosi dalle comunità urbane a quelle rurali. I Governi africani non hanno le risorse per fornire alle persone sieropositive o malate i costosissimi farmaci che contrastano il progredire dell'infezione, né sembrano in grado di gestire i problemi economici e sociali collegati alla malattia. Nel corso della conferenza verranno esaminate anche queste questioni: il ruolo dei governi, dei leaders religiosi, delle ONG e dei media. (MondoQueer - fonte: Africa News Service; 25-06-1999)
I governi africani devono continuare a promuovere l'allattamento al seno, nonostante l'infezione da HIV, secondo quanto dichiarato ad Harare dai responsabili dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. (MondoQueer - fonte: Xinhua, 25.06.1999)
Namibia, 19 aprile 1999 Il Viceministro degli interni della Namibia, Jeremiah Nambinga, si è appellato lunedì 19 aprile all'Assemblea Nazionale perché venga criminalizzata l'omosessualità nel paese. La richiesta segue quella dello scorso 6 novembre, quando il ministro degli interni Jerry Ekandjo aveva dichiarato la sua intenzione di presentare una proposta di legge che rendesse illegale lomosessualità con pene molto severe. Ci si aspetta comunque un dibattito molto acceso tra i deputati, viste anche le clauseole anti-disriminazione presenti nella Costituzione del paese. "Gli omosessuali sono soggetti a deviazioni psicologiche e biologiche" ha dichiarato il viceministro, che ha anche aggiunto che l'omosessualità è una "pratica diabolica e anti-sociale" che non solo dovrebbe essere condannata da tutti, ma che dovrebbe essere proibita per legge. Nambinga ha aggiunto che gli omosessuali sono i primi a richiedere la libertà d'espressione, la democrazia e il rispetto dei diritti umani, ma che la loro reale intenzione è quella di soffocare qualsiasi critica a quello che ha definito il loro atteggiamento "animalesco" e che "le voci di coloro che sono contro l'omosessualità non dovrebbero essere soffocate nella nostra società democratica". Secondo il viceministro la grande maggioranza della popolazione deve essere protetta dai pericoli dell'omosessualità, e qualsiasi tentativo delle autorità di proteggerla o di "incoraggiarla" equivale ad un tradimento della fiducia che i cittadini hanno concesso al loro governo. Alcuni esponenti di organizzazioni per i diritti umani hanno sottolineato il fatto che qualsiasi legge che attacchi esplicitamente i gay e le lesbiche sarebbe in contrasto con la Costituzione della Namibia e con le clausole contro la discriminazione sul posto di lavoro. (Fonte: DataLounge) |
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