rapporto Africa
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Giro di vite contro gli omosessuali in Zambia
Harare, 22 settembre. "Chiunque manifesti a favore delle pratiche omosessuali in Zambia è a rischio di essere arrestato sia per l'atto criminale [di sodomia] sia per incitazione a commettere atti criminali", ha dichiarato il vicepresidente dello Zambia, il generale Christon Tembo, davanti al Parlamento del paese lo scorso 22 settembre, chiarendo la posizione ufficale del governo dopo la manifestazione gay della scorsa settimana. L'associazione LEGATRA ha comunque già presentato la sua domanda di registrazione a vari uffici governativi e un suo portavoce, Gershom Musonda, si è augurato che l'ufficio che dovrà esaminare la domanda non sia controllato direttamente dal ministero degli interni, ma sia indipendente come avviene per la Commissione sui Diritti Umani, e si è lamentato della mancanza di sostegno da parte di molte organizzazione per i diritti umani nel paese; il portavoce di una di queste ha detto che "la campagna per la formazione di LEGATRA è un lusso del permissivo modno occidentale, e il governo e la gente dello Zambia non dovrebbero perdere tempo in questioni senza importanza". (fonte: PlanetOut) |
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ZIMBABWE "Non ritengo che loro (lesbiche ed omosessuali) abbiano alcun diritto" Presidente Robert Mugabe, 2 agosto 1995 Tsitsi Tiripano (uno pseudonimo) è stata minacciata a causa del suo orientamento sessuale e delle sue attività come membro del "Gays and Lesbians of Zimbabwe" (GALZ), un'organizzazione che si batte per i diritti di omosessuali e lesbiche. |
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OMOSESSUALI IN ZIMBABWE
Le lesbiche dello Zimbabwe devono affrontare oppressioni ulteriori, oltre a quelle dovute al loro genere. Con le parole di una donna: "Come possiamo aspettarci che le nostre sorelle nere lesbiche possano far sentire la loro voce nella società quando non possono nemmeno parlare all'interno delle loro famiglie?... La liberazione dei gay è parte integrante della lotta contro il razzismo e l'oppressione di genere. Fino a che le donne non saranno libere, le lesbiche non saranno libere". Gli atti omosessuali sono puniti in Zimbabwe secondo la legge ordinaria che riguarda la sodomia e gli atti contro natura. Gli attacchi verbali contro i gay del Presidente Mugabe hanno preparato la discriminazione e alimentato nuovi antagonismi nei confronti di una minoranza che sta combattendo per l'uguaglianza di fronte alla legge, per distruggere i miti e per eliminare l'odio nei confronti degli omosessuali nella società dello Zimbabwe. Aprendo la fiera internazionale del libro del 1995, il Presidente Mugabe affermò che era "estremamente oltraggioso e ripugnante" che gli omosessuali "potessero avere difensori tra noi e persino in qualsiasi altra parte del mondo". I suoi commenti incoraggiarono la polizia a prendere di mira ed intimidire lesbiche e gay impunemente. Tale incitamento alla violenza da parte di un capo di Stato verso una minoranza è stato denunciato in tutto il mondo. Lo Zimbabwe ha aderito alla Convenzione delle Nazioni Unite sull'Eliminazione di Tutte le Forme di Discriminazione contro le Donne (1967), che incita gli Stati a prendere tutte le misure appropriate "...per modificare gli schemi culturali e sociali... con uno sguardo particolare all'eliminazione dei pregiudizi, delle consuetudini e di tutte le pratiche che sono basate sull'idea di inferiorità o di superiorità di uno dei sessi o su ruoli stereotipati per uomini e donne". Amnesty International ritiene che le persecuzioni nei confronti delle persone a causa della loro omosessualità sia una violazione dei loro diritti umani fondamentali. La persecuzione di lesbiche e gay nello Zimbabwe è in contrasto con la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (1948) in relazione alla libertà di espressione e di associazione, al diritto di non subire discriminazioni, al diritto di uguaglianza di fronte alla legge e al diritto di partecipare alla vita culturale della propria società. Il paragrafo 96 della Dichiarazione di Pechino, che fu sottoscritta da tutti i governi presenti alla Quarta Conferenza Mondiale sulle Donne delle Nazioni Unite, afferma che "i dirittti umani delle donne comprendono quello di avere il totale controllo e di decidere liberamente e responsabilmente sui problemi relativi alla loro sessualita, inclusa la salute sessuale e riproduttiva". Questa disposizione, pertanto, sottolinea il diritto delle donne a scegliere il loro orientamento sessuale. Serena Vitale, MondoQueer |
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